Le telecamere di Anni 20 alla prima nazionale de Il Sistema

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Il Festival di CulturaIdentità a Casale Monferrato si è concluso con la prima nazionale dello spettacolo “Il Sistema” di Edoardo Sylos Labini. Un’edizione dedicata all’amore per la patria attraverso il racconto di  personaggi illustri: dal regista Pupi Avati ad Enrico Ruggeri, Federico Palmaroli; a Stefano Zecchi, Alessandro Meluzzi e Francesco Maria Del Vigo.

Una narrazione che non scade nella retorica e che ha messo in luce la preoccupante deriva della magistratura in un sistema correntizio ed egemone rappresentato in un’opera a metà tra l’inchiesta e il dramma shakespeariano.

Edoardo Sylos Labini regista e interprete porta in scena l’omonimo best seller di Luca Palamara e Alessandro Sallusti, nel riadattamento di Angelo Crespi.

A raccontare la prima nazionale della pièce, sul palco del Teatro Municipale di Casale Monferrato, le telecamere di Anni 20, magazine d’inchiesta di RaiDue. La puntata di ieri sera, condotta dalla giornalista Francesca Parisella, ha affrontato il tema della giustizia. Una pièce che svela la crisi della magistratura e la deriva correntizia quel “meccanismo misterioso che si muove invisibile all’unisono gestendo la vita dei cittadini” così racconta, ai microfoni di Anni 20, il regista e interprete Sylos Labini. Per il direttore di AdnKronos Gian Marco Chiocci, ospite del dibattito con Luca Palamara a margine dello spettacolo: “L’opera ha il grande merito di scoperchiare un sistema marcio che ha coinvolto grandi parti della magistratura – e aggiunge- Mostra quella casta che ha avuto gioco facile con la politica. Per anni ha deciso i governi, le carriere, con un semplice avviso di garanzia determinava chi doveva andare avanti e chi doveva governare”.

Una realtà cupa e collusiva che ha suggestionato il presidente di CulturaIdentità: “Già dopo una prima lettura ho capito il suo potenziale – spiega Sylos Labini – ci sono dei passi che sembrano tratti dalla tragedia shakespeariana Il Giulio Cesare”. Un libro che merita di diventare “teatro”, dunque: “soprattutto per la capacità di affrontare la giustizia, tema universale”.

Per Sylos Labini Il Sistema racconta la vicenda di Luca Palamara “Capace di aver scoperchiato da solo il vaso di pandora della mala giustizia in cui sono nascosti i segreti della Repubblica Italiana degli ultimi 25 anni”.  Ma ci tiene a ribadirlo: “Il mio non è uno spettacolo contro la magistratura, ma contro il sistema correntizio”. Il Sistema è dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e a quei tanti magistrati che lottano ogni giorno per la giustizia. Per il direttore Gian Marco Chiocci: “Finché in Italia la politica sarà ostaggio della magistratura, il sistema rimarrà in piedi. A meno che non si proceda alla separazione delle carriere dei magistrati ma anche tra giornalisti e certi giudici”.  E sulle note dell’aria del Nabucco di Verdi riecheggia, nel finale dello spettacolo, la frase di Paolo Borsellino: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Un invito a perseguire la verità con coraggio e per il bene dei cittadini.

Il video

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