Nel romanzo “Utopia”, dell’umanista britannico Thomas More vissuto fra il ‘400 e il ‘500, il tema del viaggio conduce a scoperte inaspettate. Ma tra fantasia e immaginazione, nonché richiami alla filosofia idealistica di Platone, la realtà si trasforma. In Umbria, con la seconda edizione di “Narni Città Teatro” presentata da Ilaria Ceci accanto ai direttori artistici Davide Sacco e Francesco Montanari, la ripartenza dello spettacolo dal vivo si concretizza nelle vie, nei chiostri e nelle piazze del piccolo borgo in collina. Arti performative, esibizioni circensi, nuoto sincronizzato con la campionessa Manila Flamini fra le “chiare, fresche et dolci acque” della frazione Stifone. E ancora fontane danzanti, pièce e show, cine-concerti in sala ricordando i Pink Floyd e l’iconico album “The Wall”. Montanari, reduce dal successo dell’ambito Ciak d’oro Cult Movie per la sua interpretazione di un papà nel premiato film “Regina” del regista Alessandro Grande, girato in Calabria, non ha dubbi sulla necessaria condivisione umana che i momenti aggregativi, come la manifestazione cittadina, riescono ad offrire dopo l’isolamento causato dalla pandemia. La prossima e probabile partecipazione a Venezia per la pellicola in cui interpreta l’imprenditore Pier Luigi Torregiani, ucciso nel milanese durante gli anni di piombo. Se poi le “Cadute necessarie” sottotitolano la kermesse di quest’anno, che ha totalizzato oltre 2mila spettatori inaugurando un Giardino Verticale che sancisce la collaborazione con il Green Festival a settembre 2021 nel segno della sostenibilità ambientale, le risalite sono ancora più belle per camminare, in futuro, su nuove strade verso la meraviglia di luoghi tutti da valorizzare. Promuovendone l’identità culturale e territoriale, che vuole ritornare a respirare. E e a vivere.
Perché “Cadute necessarie” a Narni Città Teatro?
«Per risorgere si deve cadere, per imparare è necessario sprofondare. Insieme a Davide Sacco penso che nell’arte, così come nella vita, si scivoli per poi rialzarsi e crescere».
Performance ed esibizioni live ripartono da un piccolo e splendido borgo umbro. Come mai?
«Abbiamo un’idea comune di teatro, che non è solo cultura nell’accezione anche negativa e noiosa del termine, ma è semplicemente esperienza umana. Crediamo che, in un periodo storico come quello che stiamo attraversando, durante il quale la comunicazione è avvenuta principalmente tramite i canali social in maniera virtuale e siamo stati isolati dal resto del mondo, ci sia bisogno di condivisione live».
L’arte teatrale è per tutti?
«Assolutamente sì, deve esserlo, non può rimanere un concetto astratto arroccato in una dimensione a sé stante. Il teatro è della gente che lo ama».
Ha girato in Calabria il film “Regina”, diretto da Alessandro Grande. Che ricordi ha?
«Alessandro è un grandissimo regista e autore, il ruolo che ho interpretato ha permesso alla pellicola di vincere il Ciak d’oro Cult Movie. Il mio personaggio, del tutto inedito per me, è il padre di una ragazzina, un’adolescente. La considero un’esperienza bellissima. Tantissime prove, ma ho riscoperto come si dovrebbe lavorare veramente sul set».
Cosa le riserva il suo futuro professionale?
«Sto aspettando una risposta da Venezia per un progetto filmico grazie al quale ho collaborato con Fabio Resinaro. Sullo schermo sono Pier Luigi Torregiani, imprenditore e gioielliere del Nord Italia vittima di un agguato a Milano durante gli anni di piombo. Sarà un’opera d’autore, impegnativa, che offre validi spunti di riflessione su quanto i media possano rovinare l’esistenza di una persona».
Quale potrebbe essere il sottotitolo del festival di Narni per il prossimo anno?
«“Cammino”, poiché c’è sempre una strada da percorrere e non bisogna mai fermarsi, guardando avanti. Oltre gli ostacoli che abbiamo di fronte a noi quotidianamente».
Credits Ph. Alessandro Montanari e Courtesy of Press Office
View of Narni, an ancient hilltown and comune of Umbria, in central Italy