Antonio Valente, l’architetto che interpretò il futuro

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Al suo ingegno ho cominciato ad interessarmi anni orsono, quando, assessore provinciale alla Cutura, volli rendere omaggio al talento artistico di un figlio di questa terra, ospitando presso la sede dell’Amministrazione provinciale di Frosinone la mostra dal titolo ANTONIO VALENTE, ARCHISCENOTECNICOPITTORCINECOSTUMISTARTISTA, attraverso l’esposizione di una serie di disegni ispirati alla danza, esposti per la prima volta dall’autore nel 1923 presso la Galleria Der Sturm di Berlino.

Era il 20 giugno 2010, occasione in cui conobbi Maddalena Del Favero, la sua vedova, donna straordinaria, che mi confidò di trascorrere ormai tutte le sue giornate nella raccolta minuziosa di ogni elemento utile a ricostruire il percorso artistico del marito. Una moltitudine di informazioni inedite e di materiale documentale che dall’anno della sua scomparsa (2012), come da lei stessa stabilito, divenne proprietà dell’Accademia del Leone di Sora, presieduta dal Dottor Antonio Mantova.


Centro Sperimentale Cinematografia di Roma
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Antonio Valente nacque a Sora nel 1984.

Si afferma a Roma nel 1912 come pittore e ben presto il suo spirito rivoluzionario, che molta linfa trae dagli ambienti futuristi della capitale, gli permette di realizzare il suo primo allestimento scenico all’interno del teatro Argentina. Una passione che crescerà dopo gli studi di Scenografia a Berlino e Parigi, cui seguì una serie di esposizione dei suoi lavori a Vienna, Torino e New York. Nel frattempo si laurea in Architettura, progetta e realizza I Carri di Tespi, dei veri e propri teatri popolari itineranti, un autentico strumento per portare la lirica e la prosa in tutta Italia. Alla realizzazione degli stabilimenti cinematografici di Pisorno, la prima Città del Cinema, seguono, su suo progetto, la costruzione del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove insegnerà Scenotecnica. Collabora alla realizzazione della Mostra del Decennale della Rivoluzione Fascista, è vincitore del concorso per il Padiglione Italia al Century of Progress di Chicago, trascorre i suoi ultimi anni affiancando al lavoro di scenografo la sua passione per l’Urbanistica e progetta, sia in Italia che all’estero, importanti opere di architettura pubblica e privata.

Il 30 giugno 1975 la sua morte a Roma.

Grazie alla tenacia del Dott. Mantova che, come sopra ricordato ha avuto in lascito dalla Vedova Valente buona parte della collezione riguardante la vita e l’opera dell’artista, l’11 febbraio 2021 è stato inaugurato a Sora l’Archivio Valente – Del Favero.

“Proprio di tenacia personale è il caso di parlare – ha dichiarato Mantova – viste le difficoltà che ho dovuto superare per cogliere questo importante obiettivo. Nello stesso tempo un atto d’amore verso un artista della mia città. Sicuramente un primo passo, comunque importante, per conservare la memoria di un vero genio”.

Un primo nucleo, quindi, (buona parte documentale giace presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma) che personalmente auguro sia incitamento per istituzioni pubbliche e private ad accelerare il cammino verso il pieno riconoscimento del valore di un nostro grande artista.