Se da un lato oggi scriviamo praticamente tutti i giorni, dall’altro non ci accorgiamo di come, a differenza della scrittura sul cellulare, quella a mano rivela molto del nostro carattere e del nostro modo di pensare e agire. Anche solo il modo in cui scriviamo a penna la nostra firma, con un tratto leggero o pesante, ondulato o spigoloso, riflette la nostra personalità. Di questo parla il saggio Dagli scarabocchi alla firma (Mursia, 2020, 180 pagine, 16 euro), scritto dalla giornalista ed esperta di grafologia Candida Livatino.
Nei primi capitoli del libro l’autrice fa un vero e proprio lavoro di divulgazione per spiegare ai non esperti cos’è la grafologia, ovvero lo studio della calligrafia delle persone, facendo numerosi esempi accompagnati da illustrazioni: scrivere o meno entro i margini sul foglio, ad esempio, indica se siamo persone che amano agire in modo ordinato o se, al contrario, preferiamo la comodità all’eleganza. Avere un tratto forte nello scrivere è indice di una personalità forte e decisa, che magari cerca di nascondere le proprie fragilità, mentre una scrittura leggera indica che siamo rilassati e attenti ai dettagli. In seguito, vengono fatti numerosi esempi delle firme di personaggi famosi: dal tratto “angoloso” di Donald Trump, indice di un’indole aggressiva che non accetta consigli, alle iniziali “grandi e illeggibili” di Luigi Di Maio, segno di narcisismo, passando alla distanza tra le lettere di Paolo Borsellino, che indica la capacità di relazionarsi.