Andrea Casta: «Amadeus, quando vuoi sono pronto!»

0

Il conto alla rovescia è già iniziato. Domenica 7 febbraio si terrà la cerimonia di apertura dei Campionati del Mondo di Sci Alpino in onda su Rai 2 alle 18 da Cortina e trasmessa in Eurovisione. Un grande live, condotto da Petra Loreggian, darà il via alle due settimane di competizioni. Il violinista bresciano Andrea Casta con il suo archetto luminoso parteciperà allo spettacolo, svelando un brano inedito intitolato “Faster & Beyond”, composto e prodotto per l’occasione insieme a Lorenzo Benassi e masterizzato a Berlino da Zino Mikorey. Con lui lo show organizzato da Triumph International, che vanta la direzione artistica di Roberto Patrizi Malfatto, si accenderà anche grazie alle performance dei cantautori Gianna Nannini e Francesco Gabbani, l’attore Francesco Montanari, il chitarrista Jacopo Mastrangelo, il rapper Alfa. Fra ricordi e aneddoti off, Casta si racconta: il debutto a “Domenica In” nel 2002, il progetto itinerante “Sotto lo stesso cielo” nelle periferie di Roma accanto al comico Antonio Giuliani durante il lockdown primaverile e l’evento natalizio “Your Christmas Concert 2020”, in compagnia di altri talentuosi artisti nella chiesa di San Luigi dei Francesi della Capitale. Perché l’unione fa la forza. Globetrotter, si è esibito in ben 27 nazioni: circa 200 concerti all’anno, totalizzando nel tempo quasi un milione di spettatori dal vivo e 200mila follower sui social. Ambasciatore dello stile made in Italy all’estero, aspettando i mondiali sulle Dolomiti Andrea sogna il Festival di Sanremo dove salirebbe volentieri sul palco dell’Ariston in qualità di ospite alla 71esima edizione della kermesse targata Amadeus. Per regalare al pubblico (non in sala) le sue inconfondibili emozioni musicali.

Violinista elettrico e globetrotter,  ma anche maestro di sci. Come riesce a far convivere due anime apparentemente così diverse?

«Lo sci e la musica mi hanno accompagnato fin da bambino, poi il violino è diventato stabilmente il mio compagno di vita, anche se rimarrò per sempre uno sciatore. La “convivenza” è nella mia storia e sono felice di poterlo testimoniare suonando in un’occasione così importante con lo spirito di chi ha vissuto e ama davvero lo sport e la montagna».

Sarà protagonista ai Campionati del mondo di Cortina 2021 con la sua musica. Cosa ha in mente per la cerimonia di apertura in montagna?

«Quando sono stato chiamato per questo appuntamento così importante ho subito pensato di dover dare il meglio. Insieme al mio team ho composto “Faster & Beyond”, un brano musicale epico e intenso che eseguirò dal vivo durante la cerimonia. Sul palco di Cortina non sarò da solo…ma non voglio “spoilerare” troppo!».

Tre anni fa ha vinto  il “Dance Music Award” come best performer ed è considerato uno dei nuovi nomi della nightlife e del clubbing. La manca il popolo della notte a causa dello stop imposto dalla pandemia?

«Manca tantissimo tutto il movimento legato ai concerti, alla discoteca, ai festival, al contatto col pubblico. Io come altri colleghi da 11 mesi sto dando il meglio di me per tenermi musicalmente vivo e motivato. L’intensa attività digitale mi ha consentito di toccare con mano l’importanza di quello che noi musicisti facciamo per gli spettatori».

Nelle sue tournée ha toccato 27 Paesi fra note house, techno e lounge. Una collaborazione totalmente pop? Con chi nel nostro vasto panorama cantautorale?

«Dalla dance alla pop il confine è sempre più sottile, quindi la scelta è davvero ampia! Ultimamente ho collaborato ad una traccia con Vegas Jones, solida realtà della scena rap più autoriale e, durante il concerto di Natale in streaming, con Martina Attili, cantautrice e astro nascente della nuova generazione. Sono certo che arriveranno presto altre collaborazioni interessanti, in Italia e non».

Il suo primo album da solista “Room 80” è stato arrangiato e prodotto da Sergio Cossu, già componente dei Matia Bazar. Era il 2012, che ricordo ha?

«Un periodo di grandissimo studio. Sergio è stato ed è uno dei miei più importanti maestri, mi ha insegnato a non risparmiarmi, a cercare l’ispirazione ovunque, a non precludersi strade nella ricerca sia riguardo alla composizione che per la produzione di una canzone. Sono stato molto fortunato ad averlo incontrato e ad avere il privilegio di essere prodotto da lui».

Poi, nel 2018, è arrivato “The Space Violin Project”. Di cosa si tratta?

«È il “contenitore” musicale e di racconto nel quale mi sto muovendo: desideravo unire la produzione dance ad una saga fantascientifica così, prendendo spunto dal mio archetto luminoso, ho creato un mio “alter ego” nel 2235, Commander AJ: un violinista esploratore spaziale che viaggia lontano dalla terra in cerca di aiuto per una malandata umanità».

Un episodio divertente e off degli inizi della sua carriera?

«Nel 2002 ho esordito in tv nel cast di “Domenica In”. Ai tempi soprattutto cantavo e il mio violino era ancora “acerbo” nel pop. Arrivato in studio per registrare la sigla col maestro Gianni Mazza, insistetti così tanto per registrare un assolo con lo strumento che amo. Quella volta presi le più clamorose stonate della mia carriera! In diretta suonai solo qualche volta il pianoforte, ma ripresi proprio per questo motivo a studiare e, l’anno successivo, debuttai con “Fame – Saranno famosi” a teatro, esibendomi tutte le sere sul palco nella parte di un violinista».

Con il fermo dei teatri e dei locali, durante il lockdown primaverile, si è esibito insieme al comico Antonio Giuliani in “Sotto lo stesso cielo tour”, spettacolo liveper il pubblico affacciato alla finestra delle periferie di Roma. Come è nata l’idea? 

«L’idea è della mia vulcanica press agent Donatella Gimigliano, che da organizzatrice di eventi e animo sensibile ha subito capito come la musica potesse essere un’ancora di salvezza in quel momento così buio. Le più popolose periferie capitoline sono state un bel bagno di umanità e scambio di energia: centinaia di persone affacciate alle finestre dei palazzi davano l’impressione di trovarsi in una sala teatrale. Io e Antonio non ci siamo risparmiati, quelle 8 tappe di un tour unico hanno dato a noi e a chi ci ascoltava conforto e arricchimento personale».

Nostalgia delle performance dal vivo?

«Manca proprio un “nutriente” fondamentale nella dieta dell’artista…ma stiamo solo tirando pian piano l’elastico per riprenderci tutta l’adrenalina perduta in questo stop forzato. Sono ottimista di natura e vedo la luce in fondo al tunnel sempre più vicina».

L’evento “Your Christmas Concert 2020”, che si è svolto nella chiesa romana di San Luigi dei Francesi,  ha celebrato il Natale e sancito l’incontro di arte sacra, sonorità alternative e sinergie tra giovani musicisti come Martina Attili, Jacopo Mastrangelo e Davide Gobello. L’unione artistica fa sempre la forza?

«Assolutamente sì! Credo parecchio nella collaborazione e, avendo sperimentato tantissimi generi nella mia carriera, trovo sempre interessante condividere la parte creativa e l’esibizione in scena con  talenti emergenti. Certamente bisogna saper gestire la fusione dei linguaggi per renderla comprensibile e accattivante, ma è una sfida affascinante che arricchisce noi artisti e lo spettacolo che si offre».

Seguitissimo sui social e amatissimo all’estero. Però gli italiani hanno imparato ad apprezzarla solo da qualche tempo. Secondo lei perché?

«Fino a prima della pandemia, negli ultimi anni avevo un rullino di marcia di 200 serate all’anno, più della metà all’estero. Il fermo mi ha permesso di focalizzare comunicazione e presenza social in Italia. Di sicuro, non appena ripartiremo con i concerti, organizzeremo subito un tour “in patria” per ringraziare i nuovi fan di tutta questa attenzione».

Il debutto è avvenuto nel cast di “Domenica In” nel 2002, ha mai pensato ad un talent show per farsi conoscere meglio dal grande pubblico dello Stivale?

«Ho “sparato le mie cartucce” con i talent show tanti anni fa, credo sia un genere un po’ abusato ormai, o che comunque non fa per me: tutto il rapporto che ho costruito col pubblico è basato su costanza e profondità, ha bisogno dei suoi tempi e spazi. Forse, la mia presenza oggi la vedrei più come un “fratello maggiore”, magari nei panni di coach».

Come vedrebbe una sua partecipazione a Sanremo 71 in qualità di ospite?

«Sarebbe un grande onore, non lo nego. Il Festival di Sanremo è l’evento più importante e atteso tra musica e televisione. Speriamo che lo show di apertura ai Mondiali di Sci porti la luce del mio archetto, l’entusiasmo e l’energia che metto nel violino a chiunque. Se poi Amadeus e i suoi vorranno approfittarne, sono pronto!».