Cranìa, non una bella voce e basta

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Cranìa, alias Francesca Cominassi, è una cantautrice cresciuta in Val Camonica e poi approdata a Milano. Laureata in musicologia, dà avvio ad un progetto che unisce scrittura e musica a tinte alternative, ambient, elettroniche.
Il suo primo singolo “Stomachion” raccontava di un viaggio introspettivo, alla ricerca di un pezzo mancante per riuscire ad assemblare un puzzle. “A fondo”, uscito lo scorso 29 gennaio, continua questo viaggio intimista che sfiora l’abisso.

Cranìa: un curioso neologismo. Cosa significa e perchè ne hai fatto il tuo nome d’arte?

Soffro di emicrania sin da piccola. Essendo una costante della mia vita, nel bene e nel male, così come la musica, ho deciso di giocare con il nome della malattia ed adottarlo come pseudonimo.

L’amore che manda a fondo, che annulla, di cui parli nel tuo ultimo singolo, è piuttosto un disamore. Ma come riuscire a non annegare, soprattutto quando ci troviamo sovrastati da rapporti malsani? Quanto dobbiamo amarci per non farci distruggere?

L’amor proprio è l’ancora di salvezza. Amarsi sopra ogni cosa non deve però essere un limite nella scoperta dell’altro, altrimenti subentra l’egoismo. Credo che la ricetta vincente sia trovare il giusto equilibrio tra l’io ed il tu: è una lunga strada.

In questo periodo storico di distanziamento sociale e di isolamento del cuore, tutto il superfluo e tutte le bugie che, purtroppo spesso, si annidano in tanti rapporti vengono smascherati. Potremmo allora vedere “A fondo” come un bisogno di verità, come una ricerca dell’essenziale? Oltre al testo, anche la tua voce “nuda e cruda” messa in risalto dalla sonorità del pezzo sembra suggerirlo.

Interessante chiave di lettura! Assolutamente sì. Dico spesso che il fatto che abbia pubblicato “A fondo” in questo periodo storico, nasca dalla volontà stessa del brano. Al di là della storia d’amore in superficie, c’è una volontà di ritrovarsi, sempre e comunque.

Come descriveresti il tuo percorso fino a qui? I tuoi progetti futuri cosa prevedono?

Scrivo quotidianamente dal 2017, dal mio arrivo alla Mirò Music School, momento in cui ho tracciato un cammino alla ricerca della mia identità artistica e sonora, che ha avuto come primo testimone “Stomachion”.
Con il mio team di lavoro, sto pensando ad un EP ed imbastendo quelli che saranno i live. Nei prossimi giorni, invece, uscirà il videoclip di “A fondo”: non perdetevelo!

Un’ultima curiosità. Da artista emergente cosa non ti auguri per la tua carriera? C’è qualcosa che proprio non sopporti soprattutto nel panorama del cantautorato odierno?

Mi auguro di essere riconosciuta come Cranìa senza perdermi nella massa di belle voci e basta. Sicuramente non sento vicino al mio modo di scrivere tutto ciò che usa vocaboli poco musicali e soprattutto parole troppo astratte (cosa che oggi va molto di moda)… i Baci Perugina in confronto sono la Divina Commedia.