L’avrete visto tutti il presepe in odor di blasfemia allestito in Vaticano, con soggetti provenienti dallo spazio anziché da Betlemme e un oscuro personaggio vestito da guerriero con un teschio sopra la testa: parte della gerarchia ecclesiastica avrà approvato (in primis il Pontefice, che ne ha reso possibile l’allestimento), parte no.
E ci piace pensare che, a parti però invertite, la stessa divisione si possa ripetere al cospetto del progetto di Felipe Cardeña dedicato al Natale 2020 intitolato Adorazione del Monolite, visibile in tempi grami di pandemia sui social.
E proprio qui stiamo in medias res: si tratta di dieci quadri di grandi capolavori di maestri del passato (da Giotto a Botticelli, dal Bramantino a Dürer, passando per il Parmigianino, Cesare da Sesto e Beato Angelico) che, anziché adorare il Bambin Gesù, restano fissi a guardare la propria immagine riflessa in un monolite che Felipe Cardeña ha collocato proprio al centro della scena.
Può essere il monolite di Stanley Kubrick di 2001 Odissea nello Spazio (e ci piace pensare quindi il progetto di Felipe Cardeña una risposta scanzonata all’inquietante presepe “spaziale” attualmente allestito in Vaticano), oppure può essere quello trovato nel deserto dello Utah.
Sia come sia, il messaggio è chiaro: i social in tempi pandemici si rivelano l’utile succedaneo alla relazioni interpersonali e alla fruizione dell’arte, ma nello stesso tempo sono il buco nero virtuale nel quale sprofonda la vanità di chi pensa di essere il perno del mondo (o apre bocca per far passare aria tra i denti: il senso è lo stesso).
Ed è, anche, un ri-ficcare il dito nella piaga della fruizione dell’arte: in tema di dita, forse mai come oggi si può riprendere l’immagine dello sciocco che guarda il dito anziché la luna.
Non è solo l’abbassamento raso terra dell’elevazione dello spirito in senso religioso: è una “nuova, bizzarra forma di idolatria pagana” (dal comunicato stampa del progetto) in cui perfino i vicari di Dio anziché stupirsi della santità del Figlio di Dio fattosi uomo, si stupiscono di rimirar se stessi riflessi in quello strano e algido e inquietante monolite: scommettiamo che se potessero si farebbero un selfie?
Il progetto di Felipe Cardeña è visibile QUI e QUI.