Post Matera 2019, cultura forza trainante

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Cultura, ambiente e turismo di qualità come vetrina di Matera e del suo territorio. Un’offerta turistica centrata sulla fruizione dei beni culturali, sostenibilità e attrazione di giovani. Queste le linee di indirizzo derivante da Matera capitale europea della cultura 2019 per comprenderne i cambiamenti innescati e le linee di indirizzo da mettere in campo per favorirne uno sviluppo sostenibile. Srm, Centro studi legato al Gruppo Intesa Sanpaolo, traccia le linee guida per gestire l’eredità del dopo Matera capitale della cultura europea e pandemia sanitaria. Uno scenario futuro che potrebbe comportare un incremento di Pil per la città lucana stimata tra il 3-5%. Soprattutto perché il tessuto imprenditoriale si è irrobustito negli ultimi anni in città, non così a livello regionale dove si registra un calo del 2,9%. Soprattutto nel campo culturale. Solo in questo segmento, grazie ai giovani, si è irrobustito il tessuto imprenditoriale locale: +8,1% di imprese, con un’incidenza del 17,7% di startup innovative ogni centomila abitanti. Un dato soddisfacente a confronto con quello medio nazionale (+17,4%9 e del Mezzogiorno (12,5%). Come è significativo l’effetto moltiplicatore del turismo culturale materano: la Basilicata è la prima regione nel Sud per l’incidenza del valore aggiunto della cultura sul totale dell’economia (4,6%) e dell’occupazione (5,7%). “Segno che -afferma il direttore generale di Srm, Massimo Deandreis- l’attrattività culturale è in grado di incrementare di oltre il 30% il moltiplicatore turistico di un territorio. E sotto questo punto di vista, la città dei Sassi ha un grande potenziale da sfruttare rispetto al resto della regione”.
Ancora un dato. Secondo Srm, a parità di spesa ogni presenza aggiuntiva in Italia genera un valore aggiunto di 103,4 euro. Se nel Mezzogiorno il valore si attesta a 70,8 euro, a Matera è di 79 euro per turista-notte. Nel resto della regione tale valore si attesta a 68 euro. Ecco che cultura e turismo rappresentano una significativa leva per lo sviluppo del territorio materano. C’è però un gap da colmare per il dopo Covid. Secondo il modello previsionale d Srm, per gli effetti della pandemia, il turismo a Matera nel 2020 registrerà un calo del 30%, corrispondente ad oltre 224mila presenze turistiche in meno sul 2019. ”Un decremento che metterebbe a rischio 41 milioni di euro (-32,2%) di fatturato del settore. E che si porterebbe dietro le filiere dall’agroalimentare al commercio al dettaglio”. Da qui l’importanza degli investimenti anche in innovazione e logistica. Matera infatti, secondo le analisi di Srm, occupa una posizione articolare nell’ottica produttivo-logistica e pertanto può rappresentare la cerniera per lo scambio di persone e merci tra le aree ad Est e quelle ad Ovest, potendo puntare sulla presenza della Zes interregionale ionica e sul vicino porto di Taranto. “Ricette magiche non ce ne sono”, sottolinea Deandreis. “Ma per rimettere in moto lo sviluppo e la crescita non basta sfruttare le potenzialità della cultura e del turismo, non è l’unica strada: occorre un concorso di competenze e sinergie tra i vari livelli istituzionali e la forte collaborazione dei privati, tenuto conto che il dopo Covid sarà diverso per tutti , con il ridisegno delle gerarchie urbane: grandi aree urbane più in difficoltà, più piccole, e aree rurali in recupero”.