La mindfulness allunga la vita

0

Avete presente quella sensazione che da adolescenti vi faceva sentire immortali? Come se il tempo fosse dilatato, infinito, eterno? Da adolescenti si vive giorno per giorno; è una condizione naturale, perché il passato è troppo vicino e l’infanzia non è poi così interessante per un adolescente, mentre il futuro, l’età adulta, sembra una cosa troppo lontana cui pensare, che non ci riguarda, non ci interessa, e chissà quando e se arriverà.

La mindfulness non vi farà vivere fino a cent’anni, non vi farà guarire dalle malattie, inutile sperarci. La morte va accettata, come tutto il resto. La mindfulness però ha la capacità di ridestare in noi quella sensazione di estensione del tempo. Come ci riesce?

Insegnandoci a vivere il momento presente, condizione alquanto naturale da adolescenti, e che crescendo dimentichiamo molto presto. Rimanendo concentrati e consapevoli di quello che stiamo facendo in ogni momento, il tempo rallenta, “si allunga” e questo forse è dovuto soltanto alla sensazione di vivere più profondamente e intensamente. Magari dovremmo tutti recuperare quel sano modo di vivere che ci ha accompagnato durante l’adolescenza, quella curiosità, quella voglia di essere presenti, quella voglia di conoscere il mondo, quella fiducia nel futuro, senza la sensazione di avere un imperdonabile passato alle spalle, senza rimpianti. Forse la questione è la fiducia e l’apertura mentale.

Un vecchio aforisma dice: “Quanti sono versati nella pittura vivranno più a lungo perché la vita creata per mezzo del tocco del pennello rafforza la vita stessa.” Questo aforisma si riferisce all’antica tecnica pittorica dell’Oriente, Sumi-e, considerata a tutti gli effetti una meditazione zen. Forse è questo il segreto per “allungare la vita”: essere consapevoli di dove si è, di cosa si sta facendo, che si stia dipingendo o lavando i piatti. Essere partecipi per rafforzare la vita, per renderla non solo più lunga ma soprattutto degna di essere vissuta.

D’altronde, che senso ha arrivare a tutti i costi a ottant’anni se non si vive consapevolmente? Come scrive il filosofo inglese Alan Watts nel suo La saggezza del dubbio: “Viviamo in questo istante, siamo davvero questo istante e nessun altro, e all’infuori di esso non c’è né passato né futuro, possiamo rilasciarci e gustare fino in fondo sia il piacere sia il dolore.”

Se vediamo l’universo in questo modo diventa subito chiaro perché esistiamo, perché esiste lo spazio, il tempo e il mutamento, e non c’è bisogno di giustificare la natura o di dare un significato alla vita.

L’ignoto non può essere evitato, il passato va abbandonato, nulla dura per sempre: ed eccoci vivere davvero come per la prima volta, come un adolescente pieno di entusiasmo, come un bambino che si affaccia al mondo, per il quale non esiste altro che quest’unico respiro.