Quelle avventure testuali tra videogioco e letteratura

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Foto di Tayeb MEZAHDIA da Pixabay

Da alcuni decenni esiste un genere letterario che mescola la narrativa con i videogiochi, e si è creato una nicchia fedele di appassionati: le avventure testuali, racconti di narrativa che si “giocano” attraverso una serie di comandi che si scrivono per interagire con l’ambiente virtuale. Ne parla a Off uno dei maggiori autori italiani del genere, Marco Vallarino.

Da quanto tempo le avventure testuali sono presenti in Italia?

In Italia esistono sin dai primi anni ’80, quando arrivarono dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra. Il primo autore italiano fu Enrico Colombini con Avventura nel castello, ancor oggi molto conosciuto tra gli addetti ai lavori.

Le avventure testuali di Marco Vallarino, tra videogioco e letteratura 2

Quando hai iniziato a creare le tue prime avventure?

Ero un bambino quando arrivarono nel nostro paese, e già allora provai a scriverne alcuni. A fine anni ’90 creai il mio sito, e già allora le persone vi scaricavano molti più videogiochi che racconti normali, con un rapporto di 100 a 1. Tra il 2011 e il 2012 ho riscosso un grande successo con Darkiss! Il bacio del vampiro, che venne citato su diverse riviste e fu persino tradotto in inglese. Lo scrissi in reazione contro la moda di quegli anni del vampiro che piace alle ragazze, come in Twilight, mentre io preferisco i vampiri cattivi come in Dracula di Bram Stoker o Le notti di Salem di Stephen King.

Tra i tuoi giochi, c’è né uno a cui sei particolarmente affezionato?

Sebbene sia meno conosciuto di Darkiss, tengo molto a Nel mondo di Ayon, che parla di un giornalista che viene mandato a intervistare un importante esponente della street art. È una storia autobiografica, dove il protagonista è un mio alter ego. L’ho scritto perché spesso si pensa che i giornalisti culturali abbiano una vita facile, e volevo dimostrare che invece anche noi abbiamo le nostre difficoltà nel lavoro. Vi si parla inoltre di street art, che è una mia grande passione, tanto che ho dedicato all’argomento il mio primo romanzo, Il cuore sul muro.

Ti hanno mai invitato a parlarne alle fiere di settore?

Nel 2015 mi hanno invitato a parlarne a Savignone Gulp, un festival di videogiochi e fumetti in provincia di Genova. In generale però, se mi invitano è più facile che sia agli eventi dedicati all’informatica.

A quale tipo di pubblico si rivolgono le tue opere?

È un pubblico eterogeneo: nel 2013 scoprì che Darkiss veniva scaricato più da ragazze che da ragazzi, quando mi sarei aspettato il contrario. Inoltre, sebbene siano giochi vintage simili come grafica a quelli degli anni ’80, ricevono apprezzamenti soprattutto da giovani dai 18 ai 35 anni; sicuramente aiuta il fatto che siano scaricabili sia sul cellulare che sul computer.

Un consiglio che vorresti dare ad aspiranti autori di videogiochi testuali?

Puntare sulla semplicità e sulla brevità. Ormai ne girano tanti su internet, e anche il giocatore più appassionato dedica poco tempo al singolo racconto. Siamo in un’epoca in cui si riscopre la bellezza della brevità, e questo lo vediamo anche quando le persone preferiscono gli episodi di una serie ai film.