Gatti e pensieri, la filosofia a portata di zampa

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Foto di male96 da Pixabay

Non sono davvero mai mancati, nel corso dei secoli, gli elogi del gatto.

Al piccolo felino dagli occhi scintillanti, compagno di pigre meditazioni domestiche quanto nobile maestro di dolce far niente, sono da sempre state riconosciute qualità uniche, impossibili da ritrovare negli altri amici a quattro zampe.

Chi di noi, vedendolo fissare il vuoto con indolenza impunita dai cuscini del divano, non si è mai chiesto quali pensieri percorrano la mente di questo baffuto seguace di Epitteto?

Non è un caso dunque, se un celebre amante di queste piccoli tigri, H.P. Lovecraft, ne abbia scritto  definendolo come lo spirito dell’antico Egitto, depositario dei racconti a noi giunti dalle città dimenticate delle terre di Meroe e Ophir. È parente dei signori della giungla, erede dell’Africa oscura e feroce. La Sfinge è sua cugina, e lui parla la sua lingua; ma il gatto è più vecchio della Sfinge, e ricorda ciò che lei ha dimenticato.

Proprio di questa saggezza – spesso venata da una divertita ironia – riferisce Claudio Lanzi nel suo “Aforismi nel gatto” (Edizioni Simmetria, 2019, 64 pg., 19 Euro) in cui, grazie alla guida silenziosa ma efficace del micio Ghebbel, sono snocciolate tutta una serie di massime e considerazioni di ispirazione “gattesca”, un po’ sulla falsariga di quelle che Hoffman, a suo tempo, ci riferì essere frutto delle avventure del gatto Murr.

Aforismi nel gatto, il libro di Claudio Lanzi

A metà dunque fra gioco bonario e manualetto spirituale, ben condite da reale passione per il mondo felino, le otto sezioni in cui il libriccino è diviso mettono in fila tante piccole lezioni, vere e proprie meditazioni da centellinare a suon di fusa.

Non motti da cioccolatino, sia chiaro. Bensì riflessioni dolceamare, corroborate da quella conoscenza un po’ cinica delle cose che solo un gatto – che guarda al mondo senza illusioni e con l’unica speranza di acchiappare buoni topi – potrebbe avere.

Peccato solo, ahinoi, che non siano state aggiunte ulteriori perle a questo elenco: è vero che i libri non si pesano al chilo, ma anche con tutta la filosofia gatta del mondo, le pagine sono un po’ poche.

Si ha in ogni caso modo di piluccare con sufficiente varietà, e non senza ricevere qualche graffio salutare, tra pensieri che miscelano in allegra eresia un po’ tutti i filoni della saggezza antica, da Socrate e ai sapienti dell’Estremo Oriente, passando per considerazioni che sembrano realmente frutto dei miagolii di un micio di strada, eterno samurai dei vicoli.

Certo, quando Ghebbel sostiene che il mondo non sia altro che un immenso Gatto, e che noi ci viviamo dentro (ecco spiegato il titolo!), forse l’obiettività del nostro Marco Aurelio felino vacilla. Ma come noi diamo spesso un senso troppo umano agli avvenimenti, non è difficile credere che lo facciano a modo loro anche i gatti. Guardando con quanta serietà vi fissa il vostro micio dai cuscini sui cui troneggia felice, non avrete dubbi!