Un amore con la “A” maiuscola quello tra Susy Laude e Dino Abbrescia che, se non fosse per la grammatica italiana, andrebbe apostrofato. Condividono la passione per il proprio lavoro e la recitazione al cinema e a teatro. Sono talmente affiatati tanto da fidarsi l’uno dell’altra quando si tratta di acconciature e tagli di capelli. E si improvvisano hair stylist nella routine quotidiana fatta spesso di viaggi e trasferte. Tra i numerosi impegni, con ben tre film sul grande schermo e una commedia da portare in scena nella Capitale, i due attori ricordano i divertenti episodi off della loro carriera prima di diventare famosi.
Una coppia di fatto nella vita e sul lavoro. Non vi pesa?
Abbrescia: No, a me non pesa, anzi mi diverte molto. Èsolo un po’ complicata la gestione di nostro figlio quando entrambi siamo sul set.
Laude: No, per niente. Quando giro un film da sola mi manca avere Dino in albergo o sul set. Lui riesce sempre a portare leggerezza e allegria! Se dipendesse da me andrei in trasferta anche con il mio bambino e il cane!
Sul grande schermo con ben tre film: “Appena un minuto” di Francesco Mandelli, “Se mi vuoi bene” di Fausto Brizzi e “Gli uomini d’oro” di Vincenzo Alfieri. Che ruoli interpretate in ogni pellicola?
Abbrescia: Nel film “Appena un minuto” sono un maestro di Zumba e rubo a Marco Giusti la moglie (Susy), che lascia Giusti per Abbrescia. Come darle torto. Nel film “Se mi vuoi bene” siamo una coppia che sta attraversando un momento di crisi, il conflitto si manifesta nel cibo: io carnivoro e lei vegana con Claudio Bisio che farà di tutto per farci lasciare e aiutarci a stare meglio. Ma noi, imperterriti, continueremo a stare insieme e non molliamo.
Laude: Tre film e tre personaggi diversissimi tra loro! In “Appena un minuto” interpreto una donna sopra le righe nel modo di vestire e superficiale quanto basta che si divide tra due amori. Il personaggio nel film di Fausto Brizzi è invece una figura femminile più vera, stanca di un matrimonio lungo e noioso legato alle solite discussioni. La scusa è quella di essere vegana e vivere con un uomo carnivoro di nascosto (che è Dino). In realtà la loro crisi le fa capire che forse amare vuol dire anche lasciarsi andare e non alzare mai muri ma abbatterli con un sorriso. Ne “Gli uomini d’oro”, in uscita nelle sale, per me è stato quasi ritornare indietro ai miei primi ruoli drammatici. La commedia la faccio volentieri, ma lavorare sugli sguardi e sui silenzi è una delle cose che amo di più.
Sempre complici in tutto o qualche gelosia tra di voi c’è?
Abbrescia: Per fortuna non ci sono gelosie fra noi.
Laude: No, perché il nostro rapporto è basato sul rispetto e sulla fiducia. Anche se Dino è geloso perché i cappelli stanno meglio a me che a lui!
Con tutti gli impegni sul set trovate ancora il tempo di fare l’amore o a casa siete due “perfetti sconosciuti”?
Abbrescia: L’amore lo facciamo quando partiamo per lavoro. A casa c’è nostro figlio, infatti adoro lavorare con Susy anche per questo.
Laude: L’amore fa parte di noi ma chi ha figli sa bene che non è semplicissimo!
Sinceri, chi porta i pantaloni tra i due?
Abbrescia: I pantaloni li portiamo entrambi e anche la gonna!Io cucino e faccio la spesa, riparo gli armadi e aiuto nostro figlio a fare i compiti. E anche Susy lo fa.
Laude: Ci scambiamo gonna e pantaloni a seconda di chi ha voglia di fare o non fare quella cosa in quel determinato giorno. Ma chiariamo subito che quando sono io la regista e Dino è in scena diretto da me, i pantaloni li porto solo io!
Susy regista e Dino attore protagonista nello spettacolo “Raccondino”, in scena dal 30 novembre al Teatro Garbatella di Roma. Di cosa si tratta?
Abbrescia: Raccondino è una serie di racconti della mia vita messi in scena con la regia di Susy.
Laude: Sono molto fiera del lavoro di Dino nello spettacolo, perché ha una capacità unica di saltare tra corde comiche e drammatiche e far ridere su quelle situazioni che invece, se osservate da un punto di vista più concreto, non sono per niente divertenti. Però fa parte del nostro passato, la commedia era cattiva e lui è magistrale. Io ho solo cucito intorno alle sue storie un filo conduttore che accompagna lo spettatore in una narrazione nella quale ognuno ritaglia piccoli ricordi di un tempo. Mi piacciono molto i documentari sui personaggi che hanno fatto qualcosa di speciale e Dino è un piccolo barese che da solo è riuscito a creare e realizzare il suo sogno. E questo deve essere condiviso. Anche per parlare del mestiere dell’attore, perché credo che stiamo vivendo un periodo di confusione su cosa sia esattamente la nostra professione. Non esistono attori comici o tragici. Esistono gli attori.
In un’ospitata nel programma “Soliti ignoti” di Rai 1 avete rivelato di essere l’hair stylist l’uno dell’altra…
Abbrescia: Io e Susy ci facciamo i capelli a vicenda. Le faccio il colore e lei mi dà una spuntata ogni tanto.
Laude: Sì, non sono mai riuscita a far crescere i capelli e adesso che sono più lunghi Dino li colora quando è necessario. Scherzi a parte, trovo così romantico che un uomo si prenda cura della sua compagna anche preparandole la tinta.
Ricordate un avvenimento off e ironico di quando avete iniziato la vostra carriera?
Abbrescia: Un aneddoto divertente di quando ho iniziato risale ad uno dei primi provini. Mi chiesero se avessi uno showreel ma non avevo la minima idea di cosa fosse e risposi che, sicuramente, da qualche parte a casa dovevo averlo.
Laude: Ho fatto la testimonial per i “corn flakes” di una nota marca dove bisognava indossare un tubino rosso e far vedere le forme. Ai casting erano tutte molto belle, alte, prosperose e io invece no! Così sono andata in bagno e ho messo la carta igienica nel reggiseno e mi hanno presa!
Cosa pensate del Cinema italiano fatto dagli emergenti? Meglio la vecchia guardia?
Abbrescia: Secondo me non c’è un meglio o un peggio, non bisogna distinguere tra gli attori della vecchia guardia e i nuovi talenti. C’erano ottimi attori prima e ci sono bravissimi interpreti oggi.
Laude: Gli emergenti o la vecchia guardia? Penso che il nostro sia un mestiere fatto da un gruppo di persone, una professione in cui si lavora insieme e di squadra. Da quando ho cominciato porto con me tanti ricordi e consigli che mi hanno dato quelli che erano già noti. Di certo la nuova generazione è molto più sicura, e fa bene ad esserlo, io mi metto ancora in discussione ogni volta come se fossi al mio debutto.
Avete in cantiere progetti in cui “divorzierete”?
Abbrescia: Io e Susy abbiamo divorziato nel nostro primo lavoro e da allora stiamo insieme da 11 anni. Non ci sono divorzi in programma per il futuro.
Laude: Prima di divorziare vediamo se riusciremo a sposarci!