Bud Spencer e quel cinema pulito che non c’è più

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Bud Spencer, simulacro di un cinema che mai dovette ricorrere a rutti, turpiloquio e corse al gabinetto. Napoli gli dedica una mostra

Quando il 27 giugno 2016 si seppe che Bud Spencer era morto, accadde una specie di miracolo: si fermarono gli haters, scomparvero i commenti intinti nell’odio, ogni sito aprì con la scena del coro di Altrimenti ci arrabbiamo.

Piansero perfino in Iran, in Cina e in angoli sperduti del pianeta. Il mondo rendeva omaggio a una persona buona, perbene, modesta al punto da non sentirsi mai veramente attore, nonostante un centinaio di film campioni d’incassi, mentre oggi al primo cortometraggio discreto tutti gonfiano ego e affilano presunzione. Simulacro di un cinema pulito, genuinamente nazional popolare, naturalmente comico e ormai estinto, un cinema che mai dovette ricorrere a rutti, turpiloquio e corse al gabinetto.

Ha una statua nel centro di Budapest e una a Livorno, una piscina in Germania, paese in cui è adorato (“sich budspenceren”, ovvero “picchiare come Bud Spencer” è diventato un verbo), ora anche una mostra dedicata alla sua vita fuori dal comune.

Dal 13 settembre fino all’8 dicembre l’esposizione è ospitata nella sua Napoli presso la Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli, a pochi passi dalla casa dove l’artista nacque novant’anni fa, a Santa Lucia.

L’evento è stato curato, insieme alla famiglia Pedersoli,  con la moglie Maria Amato e i figli Giuseppe, Cristiana e Diamante, da Umberto Croppi, già assessore alla Cultura di Roma Capitale.

Tutto quello che raccontiamo della vita di Carlo Pedersoli è documentato– ha spiegato Croppi- con un lavoro che è durato due anni e condotto anche grazie alla famiglia di Bud, si va dal libretto universitario al certificato fornitoci dalla società romana di nuoto della prima gara a cui ha partecipato (vincendo) la sua prima gara di nuoto. Tutto questo con il supporto delle nuove tecnologie, si parla quindi di una mostra “multimediale”, in cui il viaggio attraverso la vita di Bud Spencer è possibile grazie al contributo di video, foto, audio, ecc, immergendo il visitatore in un ambiente a lui più consono e meno noioso della classica mostra “statica”. Proprio l’utilizzo delle tecnologie multimediali rende possibile l’approccio anche ad una generazione (i cosiddetti millennial) che conosce Bud solo per i film. Quindi l’idea è far in modo che chi visita la mostra entri in un film! E questa storia della vita di Bud gli viene raccontata come se fosse una pellicola cinematografica in 3D”.

Bud Spencer, simulacro di un cinema che mai dovette ricorrere a rutti, turpiloquio e corse al gabinetto. Napoli gli dedica una mostra

La mostra multimediale racconterà tutti gli aspetti di  Bud: dalla sua attività sportiva giovanile quale atleta di nuoto a quella di attore, uomo poliglotta e dai mille interessi.

Sarà dunque un’immersione nel mondo intorno a lui, a cominciare naturalmente dal suo straordinario partner e amico vero Terence Hill, senza dimenticare i tanti importanti registi che lo hanno diretto: Steno, Olmi, Festa Campanile, Montaldo, Colizzi, Clucher e ancora Argento, Castellari, Deodato.

Non mancherà la musica, perché celebri furono le colonne sonore dei suoi film, scritte da Micalizzi, dai fratelli De Angelis, da La Bionda, solo per citarne alcuni. Sarà un viaggio guidato dalla riproduzione della sua voce, tra impianti multimediali, videomapping, proiezioni su pannelli, oggetti di scena, premi italiani ed internazionali ricevuti sia come artista che come sportivo, articoli di giornali in tante lingue, poster, manifesti di film, bozzetti originali, foto pubbliche e private, gadget.

Il progetto espositivo sarà completato da una monografia contenente anche documenti non presenti nell’esposizione: un’occasione in più per conoscere l’ incredibile vita vera del signor Carlo Pedersoli, per tutti Bud Spencer.

1 commento

  1. Non tutti i suoi film erano buoni, ma lui era un buonaccione simpatico in ogni caso

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