Lucrezia Lante della Rovere: “Quella volta Monicelli mi ha fatto proprio arrabbiare!”

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Dopo il grande successo della prima stagione, su Rai1 è tornata “La strada di casa“, serie televisiva che contamina il family classico con venature noir. A vestire nuovamente i panni di Gloria, la donna forte della famiglia Morra, Lucrezia Lante della Rovere. L’attrice romana racconta a Il Giornale OFF l’emozione di tornare sul set di uno dei prodotti televisivi di maggior successo degli ultimi anni.

Come evolve il personaggio di Gloria durante la seconda stagione de “La strada di casa”?

Se nella prima stagione abbiamo conosciuto una donna forte, che fa di tutto per tenere compatta la sua famiglia, nel corso di questo secondo capitolo Gloria comincerà a perdere l’equilibrio. Questo suo vacillare, dovuto a qualcosa di cui nemmeno lei stessa conosce il vero motivo, verrà usato all’interno di questa serie tv a tinte gialle.

Quanto le somiglia Gloria?

In realtà abbiamo due caratteri completamente diversi. Gloria è molto più pacata e riflessiva… io agisco d’istinto! (ride, ndr). Paradossalmente rimango molto più lucida e razionale se devo affrontare dei problemi più seri mentre vado nel pallone davanti a situazioni più leggere.

E’ stato emozionante tornare sul set?

Prendendo ispirazione dal titolo della serie, per me è stato un po’ come tornare a casa. Ho avuto la fortuna di lavorare per la seconda volta con persone fantastiche: una vera e propria famiglia. Il clima sul set è molto più disteso se, come nel nostro caso, c’è un rapporto di amicizia e stima reciproca tra noi attori e con il regista, Riccardo Donna.

Quali sono gli elementi che hanno reso La strada di casa una serie di successo?

Riccardo Donna è un grande maestro e, grazie alla sua regia, è riuscito a portare ne “La strada di casa” delle atmosfere davvero intriganti e affascinanti che sin dalla prima stagione incollano al piccolo schermo tanti telespettatori. E poi fanno da cornice una sceneggiatura accuratissima che non lascia nulla al caso e delle musiche emozionanti che arricchiscono le scene e conferiscono loro il giusto pathos.

C’è un personaggio che le piacerebbe interpretare?

Non tutti sanno che nella vita privata sono molto leggera e brillante… chi mi conosce bene lo sa! Non mi dispiacerebbe interpretare un personaggio che valorizzi questo mio lato più divertente: magari un film ironico che non ha paura di superare la barriera del politicamente corretto.

Un episodio off della sua carriera?

Non dimenticherò mai la mia prima esperienza cinematografica sul set di “Speriamo che sia femmina” del grande maestro Mario Monicelli: ero giovanissima e di una timidezza senza pari, arrossivo per qualsiasi cosa. Ricordo che un giorno, durante una pausa pranzo, Monicelli mi stuzzicava di continuo al ristorante chiedendo informazioni sul menu. Seduto a tavola c’era tutto il cast, tra cui Catherine Deneuve, Liv Ullmann e Stefania Sandrelli. All’ennesima richiesta, lo mandai d’istinto a quel paese. Lui, soddisfatto di aver provocato in me una reazione, esclamò: “Oh brava!”.

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