Su di lui potremmo farci la stessa domanda degli accademici a proposito di Immanuel Kant: l’ultimo degli Illuministi o il primo dei Romantici? Mutatis mutandis, Evaristo Petrocchi (Roma, 1954; vive e lavora tra Roma ed Assisi) è un artista ambientalista dal curriculum di…alto impatto espositivo, che sta portando avanti un importante progetto internazionale di sensibilizzazione collettiva sui cambiamenti climatici presentato giovedì 5 settembre al Mondadori Megastore di Piazza Duomo a Milano per il format “st’art. L’arte per tutti” a cura di Angelo Crespi.
La sua mostra si intitola “Uno sguardo sul mondo” e il titolo evoca l’immagine di quel viandante sul mare di nebbia immortalato da Caspar David Friedrich per simbolizzare il sublime romantico della Natura: e sulla base dell’altrettanto celebre “Isola dei morti” di Arnold Böcklin compone collages di materiali naturalistici e industriali integrati a fotografie riattualizzando la suggestione romantico/simbolista in favore di una cultura di tutela dell’ambiente.
In mezzo ai kombat tour a la Greta Thunberg la razionalità artistica di Petrocchi è una riflessione allarmata ma non allarmistica sulle tempeste del Pianeta, la forza della Natura quando viene conculcata dall’azione irriguardosa dell’Uomo e le relative conseguenze della de-territorializzazione e dello sfregio all’identità dei luoghi della Terra.
Due cigni su un nido di vespe ancora non aperto – 2013 – 21 x 22 Broken cups with something alchemical – 2016 – 59 x 58 BIANCO Una donna della Polinesia nell’ombra…Io sono qui – 2011 – 180 x 250 Rockefeller Center – 2016 – 123 x 228 inside the isle – 2012 – 111 x 155 Il cigno di Asselijn era in realtà spaventato da un melograno – 2013 – 118 x 123 Due melograni 2014 – 50 x 37