L’impetuoso divenire della Natura fra ordine e caos

La chiesa di San Francesco a Cortemilia (Cuneo) e il siderale silenzio delle langhe piemontesi: ecco lo scenario di Natura naturans
Medina Zabo, Urphanomen, 2018, 300 cm, Tuscan wood

Si “sfidano” scrutandosi come monoliti silenziosi le opere di sei artisti nel magici spazio della chiesa di San Francesco a Cortemilia (Cuneo), contornate dal siderale silenzio delle langhe piemontesi: ecco lo scenario di Natura naturans, a cura di Valeria Guglielmi, visibile fino a domani, domenica 25 agosto.

Il noto artista romano Marco Angelini e la giovane e talentuosa Federica Zianni si uniscono a Elena Fonti, Alice Padovani, Alice Serafini e Medina Zabo per raccontare quello scarto che c’è tra cháos e kósmos nell’intrinseca accezione di ciò che intendiamo con “natura”: Natura naturans è infatti un termine latino di origine filosofica, traducibile, letteralmente, con l’espressione “natura naturante”, che della natura stessa rimanda facilmente al suo essere costantemente mutevole, imperfetta, in continuo e incessante divenire; a legarla all’arte è la costante ricerca, spesso inconsapevole, di un equilibrio utopico da raggiungere, come quello tra concretezza e astrazione.

L’opera di Marco Angelini è un innesto nel bianco cosmico, frastagliato via via da fragili crepe che vagamente ricordano i cretti di Burri: i rami colorati di Angelini, investiti dalla pittura acrilica, trovano spazio vicino al bagliore misurato della foglia oro: ogni elemento dell’opera pare imporsi sull’altro senza mai volerlo davvero, senza mai riuscirci.

Nel prezioso bronzo di Federica Zianni invece le forme si muovono fluide, scevre da immobilismo, tendendo ad una continua espansione e rigenerazione, ricordano gli atomi e le molecole che brulicano, che si sovrappongono compulsive, che debbono però, ancora una volta, pedissequamente ubbidire alle logiche del creato, così pieno di contraddizioni.