Il filo conduttore tra i tre libri scritti tra il 2013 e il 2015 da Davide Tedeschini, artista e curatore di mostre romano, è il desiderio di sensibilizzare il mondo della politica italiana ed europea alla tutela del nostro patrimonio artistico. Tedeschini, infatti, vanta più di vent’anni di esperienza nel campo della pittura, tanto da aver esposto a Roma, ma anche Londra e a Parigi.
I primi due volumi, Senza arte né parte (2014) e Ridateci la Gioconda (2014), sono raccolte di articoli scritti dall’autore per il Giornale d’Italia e raccolti in pubblicazioni singole per le Edizioni Pagine nella collana dei Libri del Borghese. Qui Tedeschini tocca argomenti come l’influenza del pubblico nell’arte italiana e la perdita di sovranità sul nostro patrimonio. Ciò che emerge, in particolare, è la disillusione di una generazione, quella dei giovani degli anni ’90, inizialmente convinta che la nuova stagione politica avrebbe portato un vero cambiamento.
Nel terzo volume, Il Futurismo del Terzo Millennio (2016), scritto con l’artista Graziano Cecchini, l’autore sostiene invece che il Futurismo non sia mai morto davvero, ma anzi continui tutt’oggi a vivere e a influenzare l’arte contemporanea.