Quella via crucis lungo il quadro più famoso del mondo

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Ph Danilo Puccioni, Francesco Sgherri

Cenacolo 12+1 «è un gioco sulla visione artistica di Leonardo e sul ruolo che ha avuto sul piano non solo artistico ma anche politico, sociale e umano nella nostra cultura. Anche di fronte a una committenza, se prendiamo il caso del “Cenacolo”, è riuscito ad andare contro l’iconografia dell’epoca. I segni più evidenti sono costituiti dalle tre finestre attraverso cui proviene la luce – un’innovazione rispetto all’immagine delle aureole – o ancora il paesaggio che si intravede, corrispondente a quello lombardo e quindi a ciò che l’artista vedeva».

Abbiamo voluto esordire con le parole del regista Michele Sinisi per entrare subito nel cuore dello spettacolo per trasmettervi ciò su cui ha voluto puntare. Ci spiega: «un minimo comune denominatore delle sue opere sono i corpi colti in movimento, quasi fossero fotogrammi di una vita che scorre davanti agli occhi e questo attiene molto allo spirito empirico con cui Leonardo ha costruito il suo percorso. Io e Francesco M. Asselta (hanno curato insieme la drammaturgia, nda) abbiamo avuto l’idea di suddividere in 12+1 momenti lo spettacolo, declinando il senso dell’opera del “Cenacolo” dal punto di vista storico, figurativo, materico e sacro. Un fattore comico e umano che abbiamo voluto inserire è il rapporto con l’invidia, declinato con l’altro affresco presente in Santa Maria delle Grazie, Cenacolo di Donato Montorfano. È posizionato di fronte al capolavoro leonardesco e nessuno lo nota perché i visitatori, nel tempo minimo che hanno, si concentrano a spulciare il più possibile il quadro che tanto si è desiderato vedere – ancor più se si pensa alla lunga attesa per la prenotazione. Uno degli attori affronta proprio la questione di cosa sia il genio, giocando anche con lo spazio».

Il +1 in eccesso nel titolo, «ovviamente, è collegato alla figura del Cristo, che esce dal calcolo: un po’ come Leonardo esce dalla dimensione strettamente “artistica” per entrare in quella della leggenda. Il regista ripercorre così 12 stazioni di un percorso attraverso le epoche lungo 500 anni: una via crucis compiuta attorno al dipinto più importante della storia dell’arte, vittima delle più grandi e documentate violenze che siano mai state perpetrate su un’opera» (dalla scheda di presentazione).

Scopriamo che l’opera è imballata dall’inizio e a un tratto viene protetta da materassi richiamando la modalità con cui si difendevano le opere d’arte in tempi di guerra. Ma non vogliamo rivelarvi troppo prima della visione. Si intuisce che Michele Sinisi, coerentemente coi progetti proposti fino ad oggi, abbia lavorato in una direzione che scardina l’ovvio, ciò che già sappiamo per farci andare a fondo e cogliere la grandezza del genio di Leonardo, ma anche quell’umanità che lo avvicina a noi. Il tutto senza trascurare la cifra ironica che caratterizza le drammaturgie dell’artista pugliese, ma che parte sempre da un principio di realtà (in questo caso, ad esempio, la situazione della bottega artistica e alcune curiosità attinte dallo stesso pittore lombardo).

Lo spunto di Cenacolo 12+1 sono sì le celebrazioni per il cinquecentenario della morte di Leonardo Da Vinci, ma non è un mero progetto che vuole festeggiarne l’anniversario per cui ci auguriamo venga messo ancora in scena e sia un’occasione per riscoprire questa figura e di riflesso aspetti di noi. Realizzato da Elsinor Centro di Produzione Teatrale per Fondazione Istituto Dramma Popolare San Miniato, troviamo in scena 5 attori di Elsinor (Stefano Braschi, Giuditta Mingucci, Stefania Medri, Donato Paternoster, Nicolò Valandro) e 8 attori del corso di perfezionamento del Teatro di Roma (Alfredo Calicchio, Gabriele Cicirello, Aurora Cimino, Giulia Eugeni, Francesca Fedeli, Marisa Grimaldo, Eugenio Mastrandrea, Camilla Tagliaferri). Lo spettacolo debutta in prima assoluta il 17 luglio e resta in scena fino al 24.