Se è vero, come ci insegna Max Weber, che l’insieme delle credenze e dei valori di un Paese contribuisce a realizzare l’evoluzione del sistema informativo, mai come oggi il giornalismo si trova ad affrontare una sfida assai ardua: la digitalizzazione. L’avvento di Internet, e in particolare dei social network, ha permesso a chiunque di scrivere articoli, o post, relativi a qualsivoglia tema – dalla politica alla cultura, dall’economia alla sociologia – senza alcuna legittimazione a monte, senza revisione da parte di specialisti e senza alcuna verifica delle fonti.
In altri termini, si è configurata una vera e propria disintermediazione dell’informazione che ha avuto un effetto dirompente sui tradizionali mezzi di comunicazione, a cui è seguito un drastico calo delle vendite e delle tirature dei quotidiani e dei periodici.
Di tutto questo e di molto altro si è parlato a GEM, nuova scuola di formazione dedicata proprio al giornalismo, all’editoria, alla comunicazione e ai nuovi media, tesa a creare workshop rivolti a tutti coloro che vogliono approcciarsi a questo mondo, ma anche a ricercatori, professionisti, attivisti e policy maker interessati ad accrescere le proprie competenze, confrontandosi direttamente con i migliori esperti del settore.
Questo corso di alta formazione, che ha visto l’affluenza di una vasta platea di partecipanti provenienti da ogni parte d’Italia, si è svolto dal 21 al 23 giugno a Roma, presso i musei di San Salvatore in Lauro ed è stato organizzato dall’Associazione di promozione sociale MAGOG, in collaborazione con la rivista online L’Intellettuale Dissidente.
Durante le lezioni si sono trattati molteplici argomenti, come lo storytelling, la rassegna stampa, il talk show televisivo, la storia dell’opinione pubblica, la crossmedialità e la professione di reporter di guerra, e sono saliti in cattedra docenti del calibro di Carlo Freccero, Marco Gervasoni, Alessandro Giuli, Luca Giannelli, Mario Sechi, Alessandro Banfi, Massimo Fini, Alessandro Sansoni, Alberto Bagnai, Giorgio Bianchi, Stenio Solinas, Alberto Negri, Sebastiano Caputo e Gianluca Giansanti.
Peraltro, alla fine di ogni singolo seminario si è dato libero spazio alle domande dei discenti, che hanno manifestato reale entusiasmo e vivo interesse per le tematiche affrontate, tanto che in taluni casi si è continuato a parlare diffusamente con i docenti anche dopo le singole lezioni e ben oltre l’orario stabilito, fuori dall’aula, nei corridoi e addirittura in Piazza San Lauro.
Nell’epoca della rivoluzione informatica, della spettacolarizzazione dell’informazione di debordiana memoria, dei reality show, GEM ha dimostrato egregiamente che è ancora possibile svolgere con autorevolezza un mestiere come quello del giornalista, mettendo in luce una nuova via da seguire a cavallo tra il digitale e l’analogico, ed evidenziando comunque la prevalenza dell’elemento umano su quello della tecnica.