Nylon, verve teatrale e musica dai mille mondi

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Nylon, verve teatrale e musica dai mille mondi
fonte nylonproject.com

Una voce dalla forte verve teatrale, una chitarra classica suonata con il giusto estro e il suono caldo del violoncello a completare il tutto e donare sfumature inattese: è questa l’essenza della musica dei Nylon.

Un’essenza da cui tutto parte e a cui tutto si riconduce, anche se le lavorazioni del loro primo album, intitolato “Quasi fosse una tempesta”, hanno portato i tre pavesi ad avvicinarsi a un’impronta più rock integrando la formazione con l’aggiunta del basso elettrico e della batteria.

Ma soprattutto un’essenza tanto affascinante quanto malleabile, che permette al gruppo di contaminarsi con mille mondi e passare con grande naturalezza dalla canzone d’autore al pop, dalle atmosfere più lievi a quelle più enfatiche e da un approccio più intimo a uno più scanzonato.

Dopo un’introduzione dal crescendo epico, sono le atmosfere cariche, il piglio quasi rabbioso e i toni liberatori di “Tre colpi” ad aprire l’album d’esordio della band, prima di dare spazio al pop immediatissimo di “Niente da aggiungere” e ad un brano come “L’indecente” che, con la sua ironia provocatoria, le sue atmosfere notturne e le sonorità impastate di folk e blues appare come la summa della poetica e dell’approccio musicale del gruppo. La tracklist prosegue con “Irene”, singolo che si presenta come un riuscito ritratto adolescenziale al femminile in cui la canzone d’autore sposa il pop in modo decisamente personale, che si accoppia benissimo con la delicatezza romantica e malinconica della successiva “Carne e febbre”, prima di lasciare esplodere la potenza rock di “Fotogenia”. Con “La dama del fiume azzurro”, dichiarazione d’amore verso la città di Pavia che ha dato i natali al trio, i Nylon dimostrano di sapersi confrontare anche con un folk dall’approccio più tradizionale, ma l’immaginario della band tocca il suo apice con “Guendaline”: un brano manifesto in cui l’anima più caposseliana e blueseggiante del trio viene a galla prepotentemente sviscerando un racconto notturno denso di malinconie e solitudini ad alto tasso alcoolico solo apparentemente giocose. “Le confessioni dell’arcangelo Gabriele” chiude infine il disco con un andamento sognante da ninna nanna pop.

I Nylon, che non a caso hanno vinto la passata edizione di Rock Targato Italia, si presentano insomma come un progetto interessante e particolare: un concentrato di storie, di teatro e di musica capace di alternare sapientemente delicatezza, ritmo e melodia. Una band che dà decisamente il proprio meglio durante le performance dal vivo in cui l’estro del frontman Filippo Milani ha modo di esprimersi in tutte le sue sfaccettature, ma la cui essenza è ben fotografata da un esordio discografico personale e ricco di sfumature.