SanteVisioni. Le Case delle Bambole (e un po’ di paura)

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CC0 Creative Commons ph Tomasz_Mikolajczyk

Era il sogno di qualunque collezionista e il signor Chittenden ne era perfettamente conscio (…). Un’ora e mezzo dopo l’oggetto veniva impacchettato e nel giro di un’ora il signor Dillet lo faceva caricare nella sua macchina e lo portava via (…). C’era posto per lei solo dentro la macchina e il signor Dillet dovette sedersi davanti vicino all’autista, il quale, inoltre, era costretto ad andare piano, poiché, anche se la Casa delle Bambole era stata imbottita accuratamente con del soffice cotone, bisognava evitare i sobbalzi per via di tutti gli oggettini che vi erano dentro. E dieci miglia da percorrere, malgrado tutte le precauzioni che aveva voluto prendere, gli parevano una distanza infinita, tanta era la preoccupazione che si rompessero (…).

Finalmente arrivarono alla porta di casa sua e Collins, il maggiordomo, venne a riceverlo.

Alla fine, dopo parecchie discussioni, la casina venne sistemata al primo piano della spaziosa camera del signor Dillet, che si affacciava sul viale (…)

(…) bisognava riconoscere che sarebbe stato difficile trovare un esemplare più perfetto e più bello di una Casa di Bambole in stile gotico (…)

Si potrebbe andare avanti per pagine, a descrivere la casa: le pentole, le sedie dorate, i tappeti, i candelieri, le tovaglie, i bicchieri, i piatti e i vassoi, ma tutto ciò dobbiamo lasciarlo alla vostra immaginazione.

C’erano un signore e una signora, rispettivamente in satin azzurro broccato. C’erano due bambini, maschio e femmina. Inoltre un cuoco e una bambinaia, un lacchè, due postiglioni, un vetturino e due stallieri (…)

La Casa Stregata delle Bambole è il mio preferito dei quarantuno racconti di M.R James, tra i maggiori autori inglesi di storie del soprannaturale. Mai altra introduzione è stata così perfetta per la mia SantaVisione. Si narra, inoltre, che M.R. James usasse scrivere ogni vigilia di Natale una storia di fantasmi.

Da bambina ho iniziato a collezionare per istinto: Barbie, figurine, sassi, conchiglie, biglie. In fondo nasciamo tutti un po’ collezionisti, ma solo alcuni di noi sono destinati a diventare più selettivi degli altri.

Crescendo si cominciano a percepire le emozioni e le passioni. Ecco. Io colleziono arte sacra, colleziono opere di street art e di pop surrealismo, colleziono Case delle Bambole, quelle inglesi. Non mi terrorizzò il racconto sopracitato di M.R. James, anzi. Ne posseggo una, un cottage, ma spero sempre di trovarne una vittoriana o addirittura gotica – tipo quella del racconto, per intenderci.

Qualche giorno fa passeggiando in zona Solari, a Milano, vedo “Cose di un altro mondo”, un piccolo e bellissimo negozio. E’ pieno di casette e di vetrine con ogni tipo di miniatura; sedie – di ghisa, di legno, imbottite, di paglia, da esterno da interno-, vasi, fiori e piante di ogni tipo, stoviglie e piatti, argenteria, serre e giardini d’inverno, credenze, letti e armadi, tappeti e tende, cibo e naturalmente gli abitanti. Un sogno per i collezionisti del genere e non solo. Chiunque proverebbe interesse e stupore a guardare ciò che contiene questo negozio. I più sensibili si lascerebbero scappare un “WOW”, a bocca spalancata.

CC0 Creative Commons ph Tomasz_Mikolajczyk

Avere una Casa Delle Bambole –e prendersene cura- è uno stile di vita, o una vita stessa. Diciamo parallela. Il collezionista la crea a sua immagine e somiglianza, oppure in base alle sue attitudini e inclinazioni. Compone una famiglia, talvolta il personale di servizio, – io amo i cavalli e ho la stalla con due stallieri-, una mia amica ama i bambini e ha una nursery con ogni tipo di giocattolo. Un’altra ha il giardino d’inverno. E così via. Questa passione fa rivivere i sogni mai realizzati, ma senza rammarico. La spensieratezza della gioventù, l’unica vera nostalgia che abbiamo.

In “Cose di un altro mondo” ho incontrato tante persone, di ogni età, che facevano ogni tipo di domanda alla proprietaria e fotografavano ogni curiosità. Durante le feste passateci.

E leggete i racconti di M.R. James, magari di notte. Al Buio.

Buon Natale.