I flâneurs – quelli postmoderni, perlomeno – sanno finalmente dove passeggiare, in quali strade perdersi. Precisamente, nelle tele metropolitane di Antonio Sannino.
In quei luoghi – o non-luoghi, per dirla con l’antropologo francese Marc Augé – esposti a Milano, presso la Fondazione Stelline, sino al 18 novembre.
La mostra Only love, curata da Angelo Crespi, diviene per Sannino un’occasione di celebrazione estetica della contraddittoria centralità del pluriverso cittadino.
Le tele newyorkesi proiettano infatti i visitatori in spazi colmi di gioia e ottimismo, per poi mostrare, quando si aguzza lo sguardo, la fugace malinconia che vi fa da sfondo.
Una dimensione ambigua e chiaroscurale, questa, espressa dalla tecnica pittorica di Sannino: l’impiego del supporto di alluminio e di una particolare resina che vetrifica i colori ad olio esalta la lucentezza delle opere, fa dell’urban landscape un crocevia di sensazioni e narrazioni.
Un feticcio cui gli osservatori guardano affascinati, rapiti dai vorticosi punti di fuga, turbati dagli agglomerati di colori e dall’affastellarsi di segni che rimandano al kitsch. Sannino invita a un amorevole sguardo estetico. Al di là del bene e del male: Only love.