«Ci sono cose a questo mondo che non hanno nessunissimo senso, eppure condizionano la nostra vita. C’è bisogno di meraviglia», ascoltiamo in Guarda in alto. L’opera prima di Fulvio Risuleo (uno dei suoi corti, Varicella, ha vinto la prestigiosa Semaine de la Critique, sezione parallela del Festival di Cannes) è un viaggio che permette di riscoprire lo stupore per l’esistenza, rispolverando anche l’immaginazione. Teco (il bravo Giacomo Ferrara, fattosi conoscere al grande pubblico nel ruolo di Spadino in Suburra) lavora come assistente in un forno. Una mattina del solito tran tran romano, durante una pausa coi colleghi, rimane colpito da un evento bizzarro: la caduta di un gabbiano atipico su un tetto. Da qui parte un road movie che lo spinge da un palazzo a un altro, attratto di volta in volta da qualcuno. La prima a traghettarlo in questo mondo “sopraterraneo” è (non a caso) una bambina (Alida Baldari Calabria). Chi meglio dei più piccoli può far guardare con altri occhi la realtà? «Mi interessa fare un film d’avventura, ma nel senso tradizionale del termine. Probabilmente questa esigenza viene dalle mie passioni letterarie dell’infanzia: Verne, Collodi, Omero, Pratt, Calvino, Hemingway… il tutto però aggiornato ai nostri tempi», ha dichiarato il giovane regista (quando ha girato il lungometraggio aveva venticinque anni), dando prova di saper volare con la fantasia e di essere libero nel voler percorrere la strada che più sente consona, proprio come fa Teco in Guarda in alto.
Tra le varie tappe il nostro protagonista incontra un apicoltore eremita (Lou Castel), una francese (Aurélia Poirier) atterrata in mongolfiera e tanti altri, tutti accomunati dal desiderio di fuggire dal mondo di sotto. Grazie a loro e al proprio istinto, Teco reimpara a osservare la terra e gli esseri umani da un’altra prospettiva. Al cinema dal 18 ottobre.