«Quando sento che è impossibile farla, allora capisco che la si può realizzare»: questo l’incipit del docufilm che celebra dieci anni di performance, provocazioni e successi di Graziano Cecchini, il futurista del Terzo Millennio, quel Bombaci di ritorno che ha fatto della rivoluzione l’arma del pensiero e dell’azione.
Era il 2007 quando “riaccese” Roma tingendo di rosso Fontana di Trevi («accetto io il rischio di alzare la voce per tutti coloro che pensano che “non serve più”: Roma deve tornare ad essere la Capitale dell’arte, della vita!») e l’opera video ROSSOTREVI – DUE VOLTE NELLA STORIA del film-maker Marco Gallo celebra il decennale dello “schiaffo” di Graziano Cecchini con la performance del 2017 in Fontana di Trevi a 10 anni dal primo intervento: finalista al Planet Film festival di Barcellona, menzione d’onore al Militello Indipendent Film Festival 2018, il docufilm ha sbancato al Kalat Nissa Film Festival di Caltanissetta e la sua prossima fermata sarà Sciacca Film Festival.
Graziano Cecchini parla una lingua diversa dagli artisti mainstream, lui non giace nel ventre molle delle istituzioni, eppure è lo stesso artista che ha realizzato stampe fotografiche su lastre d’acciaio in collaborazione con l’ILVA, che ha in corso la mostra Ossidazioni a Palazzo Tursi di Genova e che ha appena protocollato con il comune del capoluogo ligure il progetto del Museo dell’Acciaio, per salvare il made in Italy e realizzare a Genova un hub internazionale di arte e lavoro perché l’acciaio è molto futurista…e il cemento è paleozoico!