Su “quel ramo del lago di Como” va in scena il più sublime degli spettacoli

0

Le sfumature calde e i riflessi dorati del tramonto, i verdi intensi dei dolci pendii circostanti e i blu opachi delle montagne in lontananza, fanno assumere alle acque appena increspate del lago di Como l’aspetto di una tavolozza mutevole, dalla quale come pittori attingiamo i colori che dipingono la tela della nostra mente.

 E’ così che inizia un viaggio, lasciandoci rapire dai mille riflessi cangianti di un paesaggio, immergendoci tra le onde dei nostri pensieri e perdendoci in miriadi di luoghi ed esperienze.

Questo è ciò che è stato Lake Como Film Night, l’evento che il 27 luglio ha preso vita nelle sale e nei giardini della splendida Villa Erba a Cernobbio (Como), in una 12 ore, dal tramonto all’alba, di film, musica ed arte.

In questa lunga notte è stato possibile visitare luoghi vicini e lontani, attraverso film e cortometraggi, disegnare paesaggi immaginari, in cui rifugiarsi per un istante grazie alle esperienze di realtà virtuale, sentire per la prima volta le note di un piano invadere la darsena, danzare leggiadre sulle onde del lago e “dare voce” al film muto The Cameramen di Buster Keaton; ma anche tuffarsi nel passato, senza bisogno di alcuna macchina del tempo, camminando in punta di piedi nelle stanze che ospitarono, durante le estati della sua infanzia, il celebre regista de Il Gattopardo Luchino Visconti. Qui, quasi come fossimo le mura silenti di quelle camere, fantasmi presenti ma invisibili, ascoltiamo i dialoghi tra due personaggi. Gli attori muovendosi di stanza in stanza, come se noi non fossimo presenti, leggono una lettera del regista, riflettono sul suo vissuto, ci lasciano, quasi segretamente, dei frammenti della vita dell’uomo, facendo emergere quel profondo legame tra l’artista e la dimora ottocentesca che riecheggia in molti dei suoi più celebri film.

I grandi protagonisti dell’evento sono stati senza dubbio i paesaggi e il loro rapporto simbiotico e simbolico con l’uomo e le sue emozioni. Proprio questa relazione, è l’oggetto di indagine di Beauty,  cortometraggio del regista e videomaker Rino Stefano Tagliafierro (Piacenza 1980), che strappa dalla staticità della tela i personaggi e i paesaggi di 118 opere dei grandi maestri della pittura, come Bouguereau, Caravaggio, Tiziano, Rubens,  Millais, animandoli in un percorso che si apre con le luci di una veduta al sorgere del sole e il trionfo delle vita che nasce, per chiudersi con lo sfiorire della natura e il tramonto cupo che segna l’abbandono alla morte,  proponendoci così un viaggio fatto di contrasti, che ci immerge dapprima nei panorami dai colori vividi che riflettono quella sfera gioiosa della vita umana che è la giovinezza, il tempo dell’amore e delle passioni, e ci fa poi piombare con i rombi dei tuoni e i cieli inondati dalle tempeste, in scenari di paura, sofferenza e desolazione.

Il paesaggio ci accoglie, divenendo la trasposizione delle emozioni umane, culla le nostre gioie, calma le nostre inquietudini, ci spaventa e ci sorprende, lascia la nostra mente libera di smarrirsi nel rituale ancestrale e solenne della contemplazione. Rivolgendo gli occhi al cielo abbiamo visto la Luna tingersi di rosso durante l’eclissi più lunga del secolo e abbiamo atteso il nascere di un nuovo giorno sotto gli arabeschi luccicanti della notte, accompagnati dal celebre film di Stanley Kubrick 2001: Odissea Nello Spazio, che quest’anno festeggia il cinquantesimo anniversario dall’uscita.

Mentre l’alba schiarisce i profili delle montagne, ciò che resta di questa notte di viaggi sono bagagli colmi  di memorie, sensazioni, avventure, scoperte e la consapevolezza che il più sublime degli spettacoli ha per teatro il mondo che ci circonda, nel quale noi possiamo essere piccole comparse, registi, attori protagonisti o semplici spettatori, intenti nel rintracciare in un colore, in una luce, in un suono o in un fenomeno atmosferico, il frammento di un ricordo o l’immagine di un sentimento.