Jalisse, “Ora” parliamo noi

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Sembra essere un momento d’oro per i Jalisse. Gli indimenticati vincitori del Festival di Sanremo ’97 con Fiumi di Parole si sono classificati secondi a Ora o mai più,  show musicale di grande successo di questo finale di stagione televisiva. Ora è anche il nuovo singolo uscito il 9 luglio.

Sabato sera, a Salina, sono stati insigniti del Premio in ricordo di Massimo Troisi. Sono stati premiati per essere un “sodalizio artistico consolidato e particolarmente apprezzato, lodevole esempio di unione nella musica e nella vita”.

Raggiungo al telefono Alessandra Drusian, è la giusta occasione per fare un bilancio di questo rinnovato successo…

Un bilancio dell’esperienza a Ora o mai più?

Una bella sorpresa e una grande emozione. All’inizio non sapevamo a cosa saremmo andati incontro. La prima puntata eravamo molto preoccupati. Ci avevano rassicurati più volte sul fatto che ci sarebbe stato un grande rispetto, e così è stato. Ci hanno dato la possibilità di farci conoscere per come siamo realmente. Ringrazio Amadeus e gli autori che ci hanno permesso di scagionarci da accuse ingiuste, come quella di plagio. All’epoca, tra le tante infamie, dissero che Fiumi di parole era una copia di una canzone dei Roxette. Questo non era assolutamente vero, infatti la denuncia non è mai arrivata.

Nell’ultima puntata avete presentato il vostro inedito Ora che segna anche un’evidente evoluzione artistica…

Abbiamo scritto questo brano lo scorso anno, a distanza di 20 anni dalla vittoria di Sanremo, il titolo era infatti proprio 20. Abbiamo deciso di cambiare titolo ma il significato del brano è rimasto lo stesso: il passare inesorabile del tempo e le inevitabili difficoltà che ognuno di noi deve affrontare nella vita. Ora ci sembrava un titolo più efficace e ottimista. Il brano rappresenta l’evoluzione artistica di questi 20 anni, anche se lontano dai riflettori. Personalmente ho sempre amato il rock, quindi adoro queste sonorità.

Loredana Bertè, nel corso delle puntate, si è molto ricreduta nei vostri confronti…

Probabilmente all’inizio aveva un po’ il dente avvelenato per la nostra vittoria di Sanremo ’97. Una vittoria che ha infastidito molti. Con il passare delle puntate ha iniziato a sostenerci e dopo l’ultima serata ci ha rivelato che sperava vincessimo noi. Ci ha anche rinnovato i complimenti per il brano. Noi siamo felicissimi di questo secondo posto. Ricominciamo da 2!

C’è stato qualche giudice che si è contraddistinto per giudizi poco obiettivi?

Una in particolare, non faccio nomi ma si capirà benissimo perché è stata piuttosto criticata dal web proprio per la poca oggettività nel dare giudizi. Sembrava che valutasse più la simpatia che la performance.

Siete stati aspramente bersagliati per la vittoria a Sanremo, ma dopo 20 anni tutti ancora ricordano Fiumi di parole

È rimasta nell’immaginario. Mi scrivono molti ragazzi che all’epoca erano bambini. Vuol dire che  abbiamo lasciato un segno che in 21 anni non si è mai cancellato. E grazie a Ora o mai più abbiamo avuto la possibilità di scacciare ingiusti pregiudizi.

In 20 anni sei riuscita a darti un perché di questo accanimento?

Sinceramente no. Forse eravamo troppo giovani, appartenevamo a un’etichetta indipendente e all’epoca padroneggiavano le Majors. Io e Fabio insieme siamo una vera forza. Dovrebbero darci un premio per la tenacia. In questi anni non abbiamo mai mollato. Abbiamo fatto progetti nelle scuole, collaborato con la Fondazione Rita Levi Montalcini e la Fondazione Mike Bongiorno. Non abbiamo mai smesso di portare avanti la nostra musica. Avremmo potuto cambiare mestiere o peggio ammalarci, farci distruggere dalla depressione. E invece siamo andati avanti per la nostra strada e abbiamo anche creato una famiglia.

Nel 1997, in quanto vincitori del Festival di Sanremo, partecipaste all’Eurovision Song Contest; anche lì ci furono molte polemiche…

Eravamo dati per vincitori, ma se avessimo vinto la Rai avrebbe dovuto organizzare la manifestazione dell’anno successivo con un enorme dispendio economico. Così da primi nelle quotazioni siamo “misteriosamente” finiti al quarto posto. Ci furono molte polemiche e tornati in Italia ci venne impedito di partecipare a manifestazione importanti come il Festivalbar. Non siamo mai riusciti a promuovere Il cerchio magico del mondo, album in cui era contenuta Fiumi di Parole. Nonostante l’ostracismo raggiungemmo il traguardo del disco d’oro.

Vorreste tornare a Sanremo?

Ci abbiamo provato per 21 anni. Ogni anno sempre con una canzone diversa. Addirittura provammo con un brano composto da Rita Levi Montalcini Linguaggio universale. Ogni anno abbiamo proposto la nostra musica ma la possibilità ci è sempre stata negata. Ci farebbe piacere tornare. Sarebbe una bella conferma dopo questo programma.

Con il vostro coach Michele Zarrillo com’è andata?

Un grande maestro e una grande persona. Nelle esibizioni era imprevedibile, si lasciava prendere dalla musica e cambiava tutto rispetto alle prove. È stato un ottimo coach, non solo artisticamente ma anche umanamente.

Tornando al ’97; come mai negaste di stare insieme?

Beh, non volevamo che i giornali parlassero più del gossip che della nostra musica. Avevamo deciso di formare un duo per unire le forze e credevamo fortemente in questo nostro progetto. Siccome non sapevamo a cosa saremmo andati incontro, decidemmo di mantenere un certo riserbo. Non volevano che qualcuno potesse intromettersi nel nostro rapporto. Poi nel 1999 ci siamo sposati quindi tutti l’hanno scoperto. Ricordo che una rivista ci propose tantissimi soldi per fare lo scoop del matrimonio, ma la famiglia è una cosa sacra. Non è mai stata in vendita.