La sana follia del rock psichiatrico dei Jaspers

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Jaspers, Ph Chiara Sardelli
Jaspers, Ph Chiara Sardelli

Colorata, divertente, eterogenea. Sono gli aggettivi che per i Jaspers si addicono meglio alla loro musica. La band ufficiale di Quelli che il calcio è formata da Fabrizio Bertol, Eros Pistoia, Giuseppe Ferdinando Zito, Joere Olivo, Erik Donatini, Francesco Sgarbi. I sei si sono incontrati al CPM di Milano come studenti di musica.

«Ci siamo piaciuti al primo sguardo, abbiamo trovato la nostra dimensione già con le prime prove e ognuno di noi, dentro di sé, ha sentito che c’era qualcosa di diverso» dicono. L’anno è il 2009 e il gruppo trova un mentore d’eccezione: Franco Mussida (PFM): «E’ stato il primo a credere in noi e ha contribuito come editore al nostro primo disco».

Mondocomio il nome di quest’album d’esordio che, proprio come il nome del gruppo, è un omaggio al filosofo e psichiatra tedesco Karl Theodor Jaspers. E non è un caso che ognuno dei componenti inizi ad esplorare e a costruire in modo ironico e divertente un personaggio con la sua originale ed unica “malattia mentale”: «Già dal primo concerto abbiamo voluto portare sul palco le nostre personalità senza filtri, creando un vero e proprio “manicomio” con vestiti di scena e un po’ di sana follia».

Jaspers, Ph Chiara Sardelli

Tra il 2014 e il 2015 la band si evolve da questa genesi Rock in costume, come dimostra il singolo In fondo al mar. Tra il 2016 e il 2017 avvertono una nuova necessità di cambiamento, che trova la sua genesi naturale a Londra. I Jaspers incontrano il loro nuovo produttore, Cass Lewis (bassista degli Skunk Anansie), che li indirizza verso un Pop Punk decisamente mainstream. Ed ecco che, tra il tanto materiale prodotto, vedono la luce i due singoli Mastica e Mr Melody, che arriva in top ten sia nelle classifiche iTunes che nelle classifiche Airplay dei brani più trasmessi dalle radio italiane.

Di recente i sei hanno lanciato Tonalità, brano originale e delicato nella struttura e nell’arrangiamento, che racconta della profondità e varietà di ogni essere umano in accordo o in dissonanza con gli altri che lo circondano, della scelta di essere intonati o stonanti rispetto al resto del mondo.

«Prende spunto da una situazione reale, accaduta ad una persona molto vicina alla band, che però abbiamo voluto raccontare con un pizzico di ironia e leggerezza. Non a caso abbiamo scelto come protagonista del video realizzato da Stefano Bertelli in stop motion con sola carta, un simpatico cane che inizialmente ne fa di tutti i colori per poi arrivare a ribaltare la propria visione della vita».

Questo pezzo anticipa il secondo album dei Jaspers, del quale anticipano: «Sarà un lavoro più maturo e compatto, meno “prog” e con più rimandi alle sonorità di questi ultimi anni. In Mondocomio ogni canzone conteneva al suo interno molti spunti e generi diversi, qui abbiamo cercato di dare un’identità ben definita a ogni brano».

Insieme da quasi un decennio, in questa lunga avventura la band ha condiviso il palco con tanti artisti, da Bennato ai Modena City Ramblers fino ad Enrico Ruggeri («Abbiamo avuto la possibilità di suonare con quelli che, da ragazzini, consideravamo delle icone».

E le difficoltà? «Tante, soprattutto quella di base, ossia fare musica in Italia, visto che quello di musicista come mestiere viene sempre visto con una certa diffidenza. Altra difficoltà è quella di arrivare al grande pubblico, oltre che cercare di andare sempre d’accordo essendo sei teste diverse. Fortunatamente ci è sempre venuto naturale sostenerci reciprocamente e mirare tutti sempre allo stesso obiettivo: se si guarda tutti insieme nella stessa direzione si è stretti come un pugno ed è questo, secondo noi, il segreto per rimanere uniti».