Milano è sempre più the place to be: lo vediamo in questi giorni, con l’inaugurazione del MiArt, la fiera d’arte contemporanea che, insieme a Torino e Bologna, rappresenta il meglio della creatività italiana nell’ambito delle arti visive e che è un po’ anche il fiore all’occhiello della metropoli meneghina, centro nevralgico della finanza, della moda, dell’arte e del #design.
Milano, che nel corso di questi ultimissimi anni ha rinnovato il proprio #design architettonico e urbanistico, a partire dalla prossima settimana assisterà alla sua massimizzazione estetico/relazional-professionale con la seconda (in ordine meramente temporale) big big fair dopo il MiArt: la celeberrima e celebrata settimana del #design, il variegato e trafficatissimo Salone del Mobile o del #design che dir si voglia.
L’uomo della folla del racconto di Edgar Allan Poe diverrebbe ebbro di ispirazione creativa se, dalla finestra di un locale, chessò, di via Tortona, assistesse alla fiumana di aficionados, imbucati e protagonisti e comprimari del #design milanese mescolati agli art addicted reduci dall’inaugurazione di MiArt ma vogliosi anche loro di universalità –culturale, creativa e soprattutto mondana – e anche lui mormorerebbe in un soliloquio “Milano, the place to be”…