«Un paio d’anni fa mio padre mi ha mostrato decine e decine di filmati di famiglia. Sono rimasti nella mia mente e a un certo punto ci ho scritto una canzone». E’ Castagne, il nuovo singolo di Margherita Vicario, un omaggio alla nascita e alla crescita, ai migliori ricordi di ieri che sopravvivono nella memoria attraverso il ritratto intimo e sincero di vecchi video girati per gioco. «E’ una canzone pensata come una colonna sonora, una canzone di passaggio. E’ un grazie e arrivederci, un congedo alla mia famiglia» commenta la cantautrice. «Ho 30 anni, sono definitivamente adulta: resterò per sempre ‘figlia’, ma sono ormai anche altro».
Il brano annuncia il suo ingresso in INRI/UMARecords e anticipa un EP di prossima pubblicazione, di cui dice: «Conterrà 5 brani, uno più diverso dell’altro; per ora avete sentito solo Castagne, il più dolce, ma ce ne saranno uno arrogante, uno psicopatico, uno d’amore straziante e uno marcio».
Farà seguito all’uscita dell’album un tour, che porterà Margherita in giro per l’Italia. Nel mentre possiamo vederla su Rai Tre, dov’è ospite fissa della trasmissione Cyrano – L’amore fa miracoli, condotta da Massimo Gramellini e Ambra Angiolini e interamente dedicata ai sentimenti. E tocca proprio a Margherita raccontare l’amore in musica, selezionando brani noti o inediti in tema con le storie raccontate dai celebri protagonisti («Spesso gli autori mi chiedono di cantare delle canzoni specifiche, altre le propongo io»).
Amante di artisti come Battisti, Fiona Apple, Liza Minelli, Jon Brion, la songwtriter romana ricorda di essere stata «una bambina un po’ smorfiosa, sempre a sorridere a tutti ma anche un po’ provocatoria, mi mettevo sempre in mezzo: “una spitinfia” come mi diceva mio fratello». Da sempre, dunque, ad animarla il sacro fuoco dell’arte: «Ero attratta dall’intrattenimento, mi imbambolavo a guardare artisti di strada o spettacoli e mi fiondavo in prima linea ai saggi di Natale di scuola per il gusto di stare sul palco e cantare e di creare qualcosa insieme agli altri. Mi piaceva impegnarmi per un risultato finale, che fosse una gara di nuoto, un saggio di danza o un allenamento di scherma».
Alla musica si è avvicinata proprio durante l’infanzia: «Vivevamo in campagna, una famiglia numerosa, pochi cartoni animati, molta musica, quasi tutti a studiare pianoforte da piccoli. Poi ho iniziato ad andare a teatro, soprattutto musical, e a forza di essere spettatrice m’è venuta la voglia e la curiosità di studiare teatro e stare su un palco». E’ stato nell’accademia d’arte drammatica che ha frequentato dai 19 ai 22 anni che si è scoperta cantautrice: «Lì ho iniziato a scrivere storie in musica. Adesso faccio molte cose: ci sono dei periodi in cui non scrivo, altri in cui magari ci sono dei grandi cambiamenti emotivi, stravolgimenti di vita che mi portano a prendermi il mio tempo, a stare a casa. Una specie di calamita mi attira al pianoforte o alla chitarra e inizio a girarci su».
Conosciamo Margherita non solo come cantautrice ma anche come attrice («Mi sento entrambe le cose! E sono felice di camminare sul filo che le separa»).
L’abbiamo vista in tv nella seguitissima fiction I Cesaroni: «Lavorare in una serie cosi famosa così popolare e amata da milioni di famiglie italiane è stata una bella fortuna, una responsabilità; amavo il mio personaggio Nina, logorroico e stralunato, l’unica cosa che non sopportavo era mettermi la frangia finta tutte le mattine (perché stavo girando anche un’altra serie e non potevo tagliarmi capelli)».
Ma l’abbiamo anche vista al cinema in To Rome with Love: «Sono felice di aver conosciuto Woody Allen e soprattutto di averlo visto recitare dal vivo».
Ed ora cosa si augura per il suo futuro? «Spero che la musica, il cinema, la televisione, anche la fiction più popolare siano veicolo di contenuti sani. Spero di riuscire a costruire una carriera in cui dire la mia opinione e oppormi a quello che penso disumano e nocivo. Non è retorica, è che ho il giornale qua sotto e mi cade l’occhio sul fatto che sono tornati alla ribalta Calderoli e Larussa. Ecco, io spero in un futuro senza di loro».