Mecenate, musa, collezionista, ballerina, pittrice. Cesarina Gualino (Casale Monferrato, 1890- Roma, 1992) fu tutto questo. Una lunga vita tra fortune e sfortune.
Una storia che è anche quella dell’intellettualità italiana ed europea tra le due guerre: una ribalta d’eccezione su cui sono passati tutti i maggiori rappresentanti del XX secolo, scrittori, artisti, registi, critici.
Cesarina di energia ed entusiasmo ne aveva da vendere. Nata a Casale Monferrato, con il cognome Gurgo Salice, da una abbiente famiglia borghese, sposa a diciassette anni un cugino, ricchissimo, l’industriale Riccardo Gualino (Biella, 1879-Firenze, 1964). E questa è la sua fortuna.
I due, che mettono al mondo due figli, viaggiano in Europa e Stati Uniti, acquistano il castello di Cereseto, lo restaurano in stile neogotico e lo riempiono di oggetti, quadri, marmi antichi, dipinti. È l’inizio di un’avventura collezionistica senza precedenti. Sotto la guida dello storico dell’arte Lionello Venturi e del pittore Felice Casorati, i Gualino si accaparrano nei primi anni Venti capolavori di Giotto, Cimabue, Botticelli, Tiziano, Veronese, ed altri grandi artisti.
Nel 1923 Cesarina, che ha fiuto, acquista a Parigi un Modigliani su consiglio di Léopold Zborowsky, cui seguiranno nel 1928 altre cinque tele del pittore. Lo straordinario corpus di opere antiche e moderne, esposto a Torino nel 1928 presso la Regia Pinacoteca, presenti i sovrani, viene donato alla Stato italiano nel 1930 e collocato nel 1959 nella Galleria Sabauda.
La casa torinese dei Gualino in via Bernardino Galliari 28 diventa un cenacolo, con ospiti come Margherita Sarfatti, Luigi Pirandello, Benedetto Croce, Ugo Ojetti, la pittrice del Gruppo dei Sei, Jessie Boswell e altri. I due coniugi sostengono e promuovono artisti.
Lei, intanto, studia “danza libera” ispirata a Isadora Duncan sotto la guida di maestri come la famosa ballerina russa Bella Hutter. In questo ruolo la dipinge Casorati in un magnifico ritratto del 1922 con tunica greca e nastro sulla fronte. Per esibirsi però c’era bisogno di un piccolo teatro (il Teatrino), che viene costruito accanto all’abitazione. Non solo, ma nel 1925 Cesarina e il marito acquistano il Teatro di Torino, dove per un lustro passano famosi musicisti, i Ballets russes di Sergei Djaghilev, le danze di Mary Wigman, opere di Pirandello, scenografie di Braque, Matisse, Derain.
Ma ecco la sfortuna. Il 19 gennaio 1931 Riccardo Gualino, accusato di bancarotta fraudolenta in seguito alla crisi finanziaria del 1929, fu inviato al confino a Lipari da Mussolini e l’anno dopo a Cava dei Tirreni. Cesarina lo segue. Rilasciato nel 1932, Gualino privato ormai del suo impero economico (svenduti persino i Modigliani), si trasferisce nel 1933 con la moglie a Parigi, dove nel 1934 fonda la Lux film. Comincia per lui la nuova carriera di produttore cinematografico e, per Cesarina, che a Parigi ha frequentato l’Accademia Colarossi, quella di pittrice.
Stabiliti a Roma nella seconda metà degli anni Trenta in un attico ai Parioli i due ricreano il loro cenacolo con vecchie e nuove amicizie. Cesarina appoggia molti artisti della Scuola romana e ricrea una importante collezione, che si arricchisce nel 1954 di un altro dipinto di Modigliani, il Ritratto di Blaise Cendrars.
Dipinge lei stessa: ha trentanove anni e dà inizio alla sua nuova carriera. Crea nature morte (Natura morta con teiera), Guanti, Libri e paesaggi (Crepuscolo a Roma), i nuovi sobborghi romani, opere che vengono pubblicate su riviste letterarie ed esposte a Biennali e Quadriennali. Una pittura modernissima e originale, come la definisce Emilio Cecchi.