Francesco Mori è l’esempio di come l’arte possa appassionare e parlare all’uomo contemporaneo di infinito, dipingendo la luce.
Anno 1975, grossetano doc, ricercatore appassionato dei segni del Creatore nella bellezza del creato attraverso il suo essere pittore, incisore, calligrafo e miniatore.
Laureato nel 2001 in Storia dell’arte medievale all’Università di Siena, consegue nel 2005 il dottorato di ricerca nella stessa materia. Dopo aver iniziato da giovanissimo un percorso da autodidatta, sente, successivamente, l’esigenza di affidarsi alla guida di alcuni maestri, in un rapporto personale e diretto. L’ammirazione verso un grande “artista della realtà”, come Pietro Annigoni, scomparso nel 1988, lo spinge ad andare a ricercare i suoi allievi e i suoi frequentatori, sotto la cui guida perfeziona la conoscenza delle tecniche pittoriche e del disegno.
La conoscenza personale di maestri calligrafi italiani ed europei, quali Anna Ronchi, Klaus Peter Schäffel e Ivano Ziggiotti, gli hanno permesso, inoltre, di approfondire le questioni stilistiche e tecniche che ruotano attorno alla realizzazione del manoscritto miniato e alla produzione artigianale dei pigmenti tradizionali.
Nel 2006, dopo un lungo periodo di “gavetta”, ha ricevuto il singolare incarico di dipingere una riproduzione della celebre vetrata realizzata da Duccio di Buoninsegna nel 1288 per l’oculo absidale della cattedrale di Siena, copia che ha sostituito l’originale ora musealizzato nel Museo dell’Opera della città del palio. In quest’impresa si sono coniugate le competenze dello storico dell’arte e dell’artista, per dar vita ad un’opera che necessitava, oltre che di una perfetta imitazione dello stile del maestro senese, anche della riproduzione delle lacune e delle alterazioni presenti sulla vetrata antica.
L’anno dopo, Vittorio Sgarbi, per conto della commissione incaricata della ricostruzione del duomo di Noto, in provincia di Siracusa, lo ha designato per la realizzazione delle nuove vetrate della cattedrale. L’impresa comprende la raffigurazione dei Sette sacramenti e della “Parola di Dio” nella cupola e una serie di figure di santi e simboli sacri nella navata e nelle absidi.
Nel marzo del 2015, l’artista vince il concorso per la pittura del drappellone del palio di Siena del 2 luglio, mentre nel 2017 trionfa al bando internazione per la realizzazione delle quattro vetrate del Battistero di Pisa, bandito dall’Opera della Primaziale Pisana. Tra i 57 artisti partecipanti, sia italiani che stranieri, la commissione ha ritenuto di proclamare vincitore l’artista grossetano, per l’originalità e la forza dei personaggi unita, in particolare, all’equilibrio e all’armonia con le vetrate preesistenti.
Un artista con le radici nella tradizione, ma capace di grande originalità iconografica e stilistica, insofferente verso le derive dell’arte post moderna ma, al contempo, pronto a stupire con la poesia che deriva dalla contemplazione della realtà e del suo universale linguaggio.