“Regalo di Natale”, quella memorabile partita a poker ora in scena a teatro

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Foto di scena1Quattro amici di storica data più uno, il  “pollo” da spennare a poker: ma, come spesso accade, nulla è come sembra e le carte possono mutare da un momento all’altro. Ancor più a un tavolo da gioco. Sono loro i protagonisti di Regalo di Natale, uno dei titoli più celebri di Pupi Avati, che per la prima volta arriva a teatro con l’elegante regia di Marcello Cotugno.

L’adattamento curato da Sergio Pierattini traspone il testo dagli anni Ottanta a quelli più recenti post crisi economica, creando ex novo senza mai tradire lo spirito dell’originale. A una prima parte che suona le corde più da commedia, fa da contraltare un’altra più cupa, in cui la temperatura emotiva dei singoli e del gruppo si alza a causa di nodi che vengono al pettine. Il tutto risulta ben bilanciato, con un ritmo sostenuto e le manche di poker pronte a scandire gli alti e bassi.

Regalo di Natale è un’opera di dialoghi, silenzi e mimica, per cui si regge molto sulle interpretazioni attoriali. Uno dei punti di forza del film erano i primi piani – qui Cotugno ha bypassato con una pedana ruotante (proprio come la fortuna); sul palco il linguaggio cambia e si punta su una recitazione in cui tutto il corpo è coinvolto.

A incarnare Stefano, Ugo, Franco e Lele e l’avvocato Santelia sono rispettivamente Gennaro Di Biase, Valerio Santoro (anche produttore), Filippo Dini, Giovanni Esposito e Gigio Alberti (tutti bravi, con le performance degli ultimi tre che spiccano in particolar modo). Nota di merito alle luci di Pasquale Mari che assecondano le emozioni, oltre a sposarsi con la raffinata scena di Luigi Ferrigno.

Può esistere la vera amicizia? È una delle domande rilanciate dalla pièce in scena al Teatro Manzoni di Milano fino al 28 gennaio. Prosegue in tournée.