Raul Cremona:” La magia è una cosa seria ma io vi faccio ridere!”

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Raul Cremona : "Mio padre faceva l'imbonitore, mio nonno pure"
Raul Cremona_© Efrem Raimondi
Raul Cremona_© Efrem Raimondi

Dopo lo straordinario successo del 2016 e del 2017, anche il 2018 si aprirà con il Festival della Magia al Teatro Manzoni di Milano dal 2 al 7 gennaio. Cerimoniere di questo viaggio “magico” Raul Cremona.

Perché ha deciso di creare un Festival della Magia?

Dopo aver girato per il mondo e aver assistito a una miriade di festival della magia, mi sono sempre chiesto come mai in Italia non ce ne fossero. Così ho proposto il progetto al Teatro Manzoni di Milano e siamo alla terza edizione. Il titolo di quest’anno è Funny Magic, perché protagonista sarà la magia comica. Ci saranno maghi provenienti da tutto il mondo: da Cuba Ernesto Planas con un numero con gli ombrelli di forte impatto visivo, dalla Spagna Miguel Munoz che manipola l’acqua e Jordan Gomez che al posto delle carte usa cd, dalla Francia Norbert Ferré campione del mondo di magia; dulcis in fundo, I disguido, coppia italiana che racconta la storia del cinema attraverso la chapeaugraphie. E poi ci sarò io; quest’anno non presenterò solo, ma porterò sul palco anche i miei personaggi.

Ci racconta un episodio di quando era un artista OFF?

Avrò avuto 27 anni, dopo il debutto al Derby, mi esibivo al Ca’ Bianca. Una sera facevo un gioco con una torcia al cui interno avevo nascosto la banconota sparita. Guardo dentro la torcia e non c’è nulla. Si alza Walter D’Amore, uno dei miei mentori, ridendo e sbandierando la banconota che mi aveva sottratto per mettermi in difficoltà. Un piccolo gesto di nonnismo che ricordo con grande simpatia.

Lei è Ambasciatore per le arti di Pensare oltre, movimento che propone una scuola ripensata invece di “etichette” di presunti disturbi dell’apprendimento o del comportamento. Quale ritiene sia il contributo che un artista può dare a questo messaggio?

La profonda stima che nutro per il Presidente dell’associazione Elisabetta Armiato, già prima ballerina Ètoile della Scala che è esempio dell’eccellenza di PENSARE oltre, ha accresciuto in me il desiderio di trasmettere un messaggio culturale ed educativo necessario. Ho deciso di diventare mago per essere artefice delle mie magie, avere quindi un ruolo attivo e creativo; oggi si tende – forse anche a causa della troppa dipendenza dai dispositivi tecnologici – a rendere i bambini sempre più passivi. Non mi piace l’imposizione di giudizi prefabbricati. E se un bambino non rientra in determinati parametri statistici è considerato “disturbato”, la considero una deriva pericolosa e preoccupante.

Crede che la scuola abbia una responsabilità importante nel decadimento culturale a cui stiamo assistendo?

Il problema principale è che nella scuola manca la passione. E se non c’è passione in quello che viene insegnato, non si può creare interesse nel bambino. Trovo grave anche il poco spazio dato alle materie artistiche, fondamentali per lo sviluppo di creatività e sensibilità. Da prestigiatore noto che a scuola non si insegna a “usare le mani”; invece di perdere tempo con il nozionismo, si dovrebbe dare la possibilità ai bambini di fare delle cose, di creare. Mio figlio è stato molto fortunato perché ha frequentato la scuola Media Statale per Ciechi di Via Vivaio a Milano. Essa attua un progetto di coeducazione e integrazione tra allievi vedenti, non vedenti e con altre disabilità. Attraverso lo studio delle diverse discipline, della musica e dello strumento musicale, la scuola si propone di far acquisire agli alunni non solo un sapere, ma anche un saper fare e un saper essere. Sono molto orgoglioso di lui perché sa suonare pianoforte e chitarra, recita, pratica la boxe e si è laureato con 110 e lode in Scienze dei Beni Culturali. Credo che questa scuola sia stata fondamentale nel suo percorso formativo e andrebbe presa come esempio.

Lei è Presidente del CLAM club arte magica di Milano: è, quindi, anche impegnato nella formazione di giovani maghi?

Sono Presidente da quattro anni ma non lo definirei una scuola. Si tratta di un circolo che stimola e incentiva la passione per l’illusionismo. I più anziani si prodigano di insegnare gratuitamente a chiunque. Arrivano da ragazzini di 14 anni fino a persone di 70 che magari vogliono semplicemente imparare un gioco di prestigio. Io regalo con piacere ore e ore di insegnamento a chi me lo chiede. A me piace dedicarmi soprattutto ai ragazzi, coloro che sono attratti in modo più puro dall’arte della magia.

Che magia vorrebbe fare in vista di questo nuovo anno?

Vorrei che anche in Italia la cultura ufficiale finanziasse il teatro popolare. Purtroppo si preferisce dare tutte le risorse a quel teatro elitario considerato di qualità, ma distante dalla gente e che non porta la gente a teatro. Si può fare cultura anche con uno spettacolo divertente. In quest’epoca in cui tutti si sentono “qualcuno” la differenza la si tasta andando a teatro. Un conto è un “tronista” che può giusto firmare gli autografi nelle discoteche, un altro è quando si apre il sipario e vedi un artista che fa delle cose che tu non sai fare. Questa è la cultura. Tutte le forme di teatro meritano rispetto.