Se dovessi trovare dei termini adatti per connotare l’artista Nicola Pucci, direi che si tratta di un maestro del movimento. Le sue opere sembrano in effetti delle vere e proprie istantanee che riprendono le movenze dei diversi personaggi rappresentati, di norma sportivi, che sono inseriti in contesti decisamente inusuali e che ci allontanano dalla normale routine, dando luogo a eventi extraquotidiani.
Pucci, che lavora e vive a Palermo ed è rappresentato in Europa da importanti gallerie, offre una tecnica di pregevole fattura fortemente realistica, giocando con lo sfumato, che rende l’immagine più poetica e più evocativa.
Interessante notare come il pittore siciliano unisca nelle tele due elementi che si contraddicono. Prendiamo per esempio Incontro su bus del 2017, in cui due pugili stanno disputando un match. Paradossale è il fatto che il loro ring non sia un ring qualsiasi, ma un vero e proprio interno di un bus. Nonostante questo, il loro combattimento non sembra per niente essere turbato da ciò e i loro movimenti risultato fluidi e aperti proprio come se stessero disputando una consueta gara – sono dipinte intorno a loro anche due persone che stanno assistendo all’incontro, una delle quali, forse un autoritratto d’artista, che guarda verso lo spettatore.
Sullo stesso piano, anzi, in modo ancora più caricato, troviamo Salto sul tram, sempre del 2017, dove il protagonista diviene addirittura un fantino, che sta cavalcando il suo cavallo all’interno del mezzo pubblico.
Un cavallo è presente anche in Salto dal treno (2017), da cui una ragazza compie un salto per atterrare proprio in groppa a un puledro, che sta correndo a tutta velocità.
Da evidenziare l’uso del colore in queste opere, mai netto, ma sempre velato, proprio per accentuare ancora di più l’eterna dimensione di movimento e di divenire, che già i titoli delle opere non ci nascondono. “Salto”, “incontro”… parole con le quali Nicola Pucci – fino al 26 gennaio 2018 sarà possibile ammirare le sue opere alla Teodora Galerie di Parigi, per una mostra che prende il nome di Flux de Peintures – vuole già porre sul piedistallo la tematica a lui cara dell’azione, del gesto, per una poetica che rinuncia volutamente alla staticità e che ci porta a emozionarci davanti a degli eventi tanto insoliti, quanto suggestivi.