“L’Arte si anima” in un weekend nella Sala degli Horti di Mecenate del Palazzo dei Conservatori ai Musei Capitolini con il reading d’autore dell’attore Franco Nero che, lo scorso 11 novembre, ha letto alcune poesie tratte dai componimenti Rovine dello scrittore Gabriele Tinti
La letteratura guarda alla scultura, la traduce in parole, evoca nei suoi versi le stuatue greco-romane custodite nel museo. E l’interpretazione magistrale di Franco Nero regala bellezza ai testi di Tinti in un evento culturale di ampio respiro realizzato grazie al sostegno della Fondazione Terzo Pilastro-Italia, Mediterraneo/Ritratti di Poesia e The First Luxury Art Hotel Roma.
Un progetto colto che fonde l’Arte antica con i suoi celebri capolavori al mondo letterario e autorale attraverso la partecipazione, in altri appuntamenti, di noti artisti ed interpreti del panorama attoriale e teatrale italiano (ma non solo) tra i quali Joe Mantegna, Robert Davi, Burt Young, Vincent Piazza e Luigi Lo Cascio con la scenografia di prestigiosi musei internazionali come il Metropolitan di New York, il J. Paul Getty Museum e il LACMA di Los Angeles, il British Museum di Londra, il Museo Nazionale Romano nelle sedi di Palazzo Massimo e di Palazzo Altemps, la Gliptoteca di Monaco e il Museo Archeologico di Napoli. Con l’obiettivo per il prossimo anno di approdare all’Hermitage di San Pietroburgo e al Prado di Madrid.
Rovine è una serie di poesia ecfrasica che attraverso il gioco della retorica in modo descrittivo esalta l’opera visiva nel componimento con la finalità di rappresentarla e sublimarla. In una condizione frammentaria dettata dall’idea di eternità dei capolavori che ci circondano, Rovine conserva quel passato desiderio dell’essere umano nella sua mortalità di avvicinarsi agli dei, tra nostalgia e vacuità.
Sabato 18 novembre pomeriggio, invece, al Museo dell’Ara Pacis di Roma, sarà l’attore Alessandro Haber a leggere Lamenti, le poesie di Tinti che questa volta si ispirano al Pannello di Enea sacrificante ai Penati situato proprio sul lato destro dell’Ara Pacis. I componimenti in forma di preghiera richiamano alla memoria quella virgiliania dell’Eneide quando Enea sacrifica una scrofa nel luogo in cui sarà fondata Lavinio. L’incontro letterario è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. “Lamenti raccoglie una serie di scritti in forma di versi, frammenti e brevi saggi, destinati all’attore per dare voce a tutte quelle reliquie di mondi ed eroi dell’antichità” spiega Gabriele Tinti che aggiunge “le nostre opere non sono immuni dalla dimenticanza, così come ciò che più veneriamo. Nonostante il nostro disperato tentativo di preservarle e di resistere”. Nel 2018 la casa editrice Skira raccoglierà in un libro le opere scritte da Tinti con gli interventi, tra gli altri, di Kenneth Lepatin (Getty), Sean Hemingway (Metropolitan Museum), Andrew Stewart (UC Berkley) e Nigel Spivey (University of Cambridge) e le immagini dell’artista della fotografia Mimmo Jodice. L’Arte antica rivive così nei versi di Gabriele Tinti che traduce i capolavori del nostro patrimonio culturale in poesia.
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