È tornata (finalmente) dopo cinque anni Marcella Bella, fuoriclasse potente e passionale del nostro panorama musicale, in radio dal 26 maggio con “Non mi basti più”, singolo che anticipa l’album (prodotto e firmato egregiamente da Mario Biondi) previsto per il prossimo autunno.
Oggi la incontro per parlare del brano, ma c’è spazio anche per i ricordi e per qualche aneddoto off. Come quella volta che “Gianni e Mogol mi proposero in sala di incisione il testo di Nell’aria, ed io appena lessi della gatta rifiutai di cantare”. Una gatta iconica allusione poco felina, ma che Marcella rese poi, con la sua voce mediterranea e all’apice del successo, tutt’altro che volgare. “Io mi opponevo, dicevo: Gianni ma hai letto? La mia gatta è ancora li, non parla ma dice sì” e lui “certo, la gatta non parla, miagola!”. Le risate di Marcella si confondono con la commozione appena si accenna all’ictus che ha colpito il fratello, compagno di un’intera vita artistica. “Gianni è straordinario, noi piangevamo all’idea che non avrebbe più potuto cantare o scrivere. Ma lui sorrideva, come a dirci “va tutto bene, sono vivo, sono già felice così”. Una famiglia d’arte solida, vera, semplice. Caratteristiche che rendono i Bella protagonisti della scena musicale italiana da quasi mezzo secolo.
La nuova canzone può contare su un arrangiamento originalissimo e raffinato, che esalta come non mai l’inconfondibile cifra stilistica di Marcella; che torna prestando la sua grinta a sonorità nuove, e proponendosi con un look che ammicca alle star della disco-music. Immagine rinnovata, a partire dal colore dei capelli immancabilmente ricci e selvaggi. Marcella, incredibilmente biondissima. Stai benissimo.
Me lo dicono tutti, sai? Io ero un po’ perplessa, però questo colore mi ha dato una ventata di luce. Mi dicono anche che sembro più giovane, il che non guasta (ride)
Tu hai sperimentato stili musicali che si sono sempre tradotti in look diversi. Penso ai tailleur di “Senza un briciolo di testa”, alle giacche sfrangiate di “Rio de Janeiro”, ai tubini aggressivi di “Uomo bastardo”. Adesso, un’immagine funky.
Ti sei dimenticato di citare il look di “Nell’aria”, che è stato il più forte di tutti!
Il più sensuale, direi!
Quello ha rappresentato il passaggio dalla Marcella ragazzina alla Marcella donna, un po’ sexy, sensuale, con i capelli lisci tirati su; un punk elegante. Per questo nuovo pezzo invece volevo qualcosa di energizzante alla Tina Turner o alla Donna Summer.
Aggettivo azzeccatissimo anche per il videoclip.
Nel video mi sono ispirata alle dive degli anni ‘70, scelta che ho condiviso con l’amico carissimo Cesare Zucca, tornato dopo essersi occupato in America di Madonna, Beyonce; anche se prima di loro si era già occupato di me (ride). È stato lui a ideare la mia immagine di “Nell’aria”, convincendomi a stirare i capelli. Questa volta invece mi ha convinto a diventare bionda, bionda, bionda.
Parliamo del tuo nuovo pezzo, con cui hai battezzato anche un nuovo genere musicale.
Il soul pop, termine che ho coniato proprio per questo disco nato dall’unione fra il mio mondo pop e quello di Mario biondi, un artista che stimo tantissimo.
In “Non mi basti più” sei vocalmente straordinaria e inattaccabile, e puoi contare su un arrangiamento molto elegante fatto anche di fiati.
Sì, un arrangiamento travolgente! È una canzone che ti dà carica, è ballabile, ha note acute, e sta incontrando il favore del mio pubblico a cui a quanto pare piace molto.
Pubblico che festeggia con te un anniversario importante.
Quest’anno “Montagne verdi” compie 45 anni; anche se la mia carriera è cominciata prima, il mio primo disco l’ho inciso a sedici anni.
Più di 45 anni di carriera, 8 festival di Sanremo, 38 anni di matrimonio, 3 figli. Come si fa a essere icona della musica italiana e donna pienamente realizzata nella vita?
Io sono una donna complicata, ho una doppia personalità nel senso che c’è una Marcella artistica e una Marcella visceralmente legata alla vita quotidiana, fatta di figli, marito, famiglia, cose semplici.
E com’è la Marcella artistica?
Una donna che sale sul palco e cambia. Mio marito dice che quando salgo sul palco mi dimentico di lui, di tutti, e mi do totalmente al pubblico.
Ma proprio tuo marito ti ha conquistato facendoti credere di non sapere chi tu fossi.
Conosceva “Montagne verdi” ma diceva di non identificarla con me. Questa cosa mi ha attratto molto, perché all’epoca temevo che gli altri si interessassero a me non come donna ma come personaggio pubblico, e che mi corteggiassero solo per finire sui giornali; lui invece è riuscito a rassicurarmi e conquistarmi.
Tu invece hai conquistato il pubblico, riuscendo a batterti con determinazione contro ogni illogica commerciale. Tu e Gianni lo avete dimostrato anche nel 2007, portando sul palco dell’Ariston “Forever per sempre”, brano intenso ma ingiustamente screditato quell’anno da una giuria di qualità un po’ bizzarra (fra cui Alba Parietti, Barbara Palombelli e Alessandro D’Alatri).
È vero!!!!! (ride) Io e Gianni ci siamo trovati spesso a combattere contro i giornalisti. Alcuni sono critici nel vero senso della parola, un po’ prevenuti nei loro giudizi. La mia carriera è sempre stata particolare, ho resistito quarantacinque anni mantenendomi a galla grazie al fatto che sparivo e tornavo, dividendomi equamente tra famiglia e lavoro in modo da avere così qualcosa di nuovo da raccontare. Infatti, appena Gianni scriveva un pezzo che mi colpiva, bastava che lo accennasse al pianoforte per farmi buttare a capofitto in un nuovo progetto. Ma è naturale, non puoi pensare di stare sulla cresta dell’onda in continuazione.
E questo ha permesso al tuo pubblico di respirare nel tuo percorso musicale anche la tua evoluzione di donna.
Proprio così. Prima accennavi ai miei stili diversi, io sono sempre stata curiosa, nella vita ma anche dal punto di vista musicale. Ti confesso che ora amo molto il jazz, anche se ho il timore di accostarmi a questo genere. Anche se mai direi mai (ride).
Prossimo disco allora rigorosamente “soul jazz”.
L’importante è che ci siano sempre anima e cuore, qualsiasi mia scelta professionale l’ho affrontata portando appieno la mia personalità.
Due ingredienti che ti rendono una delle artiste che più arriva alla pancia della gente.
Io sono molto naturale, con il pubblico ho un rapporto easy. Sul palco mi sento come a casa, a parte l’impatto iniziale in cui l’adrenalina e la voglia di dare tutta me stessa sono a mille. Poi mi calmo, e la gente mi ascolta, mi segue, ed io mi carico con loro.
Adesso cerco di farti commuovere. Vediamo se non solo la D’Urso ci riesce.
Ma la D’Urso fa piangere tutti (ride)
Ti leggo il messaggio di un’amica comune, che oggi mi ha mandato queste parole per te: “un amico è un dono che facciamo a noi stessi, è da 40 anni che ci facciamo questo regalo ed io ti voglio un sacco di bene”.
È Dalila Di Lazzaro!
Indovinato! È lei!
La mia adorata Dalila, lei ha un cuore veramente tenero, è una donna molto dolce. Io invece ho un carattere fumentino, mi infiammo spesso anche se poi dopo due secondi mi passa tutto. Dalila invece ha paura delle reazioni istintive, con lei mi viene da essere sempre protettiva. Poi conosco le sue debolezze, le sue fragilità. Quando mi dice “ho male qui, qui, qua” io le dico “andiamo a mangiare il pesce stasera”, e lei “va bene” e passa tutto. La so prendere (ride).
Torniamo al singolo, disponibile sui principali stores digitali.
Sì, e spero che in molti lo comprino.
Diciamo allora che la regina del silenzio (brano di Marcella del 2002) ha ricominciato a parlare.
Dobbiamo avvisare Renato Zero, che ha scritto quella canzone per me. Lui a quell’epoca ci beccò appieno, venivo da un periodo in cui non volevo più cantare. Devi sapere che quei silenzi erano dovuti a delusioni musicali, legate a Sanremo, al pubblico. Io ci restavo cosi tanto male da farne risentire la voglia di fare.
Proprio in quella bellissima canzone cantavi “di troppo sole si muore, quella luce prima ti riscalda poi ti brucerà”.
Capisci? Lui ha scritto delle frasi davvero uniche. Mi diceva “a Ni’, sei la regina del silenzio, devi canta’”! Adesso gli devo dire “Renato, sono la regina del soul pop!” (ride).
La chiacchierata con Marcella continua, e passato e presente si confondono fra musica e parole. Prima di lasciarci canticchiamo insieme sul divano “L’ultima poesia”, una delle canzoni più indimenticabili fatte in coppia con Gianni. “Non si recinge l’aria… Quando ho letto quel verso ho detto a Gianni che non avrebbe funzionato. E lui: Marcella, come ha funzionato la gatta, funzionerà anche questo!”. E ancora una volta aveva ragione lui.
bellissima intervista. dovreste farne di piu video così!
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