La conversione di un uomo libero, Giovanni Lindo Ferretti

7
Giovanni Lindo Ferretti, foto di Francesca Brusori http://www.francescabrusori.com/
Giovanni Lindo Ferretti, foto di Francesca Brusori http://www.francescabrusori.com/

Di lui abbiamo fatto un racconto avvincente, per cogliere il passaggio, il viaggio, l’evoluzione dell’artista, sì, ma anche dell’uomo. Un ritratto, di Flaminia Camilletti, che potete leggere qui. Un percorso che gli è valso profondo astio da quell’ambiente culturale che per anni ha cantato e vissuto.
Giovanni Lindo Ferretti e la sua nuova vita semplice, lontana da Lotta Continua, dagli eccessi del Punk, e proiettata verso le sue montagne, e verso la ricerca di Dio, prosegue nella sua carriera. Il 18 Marzo farà tappa a Roma con il tour 2017 di “A cuor Contento” raccolta di canzoni dei CCCP e dei C.S.I.

Niente da fare. La maturazione espressiva ed umana non piace proprio a tutti. Che passi per i contenuti o per i luoghi in cui prende vita. Agli albori del 2017, ubriaca di deliri da modernità e progresso, illuminata da una gentile aurea dorata di accoglienza e solidarietà, la sinistra nostrana, in versione radical – non necessariamente chic – , nonostante tutto, aborre chi l’abbandona.

L’espressione, la ricerca, la dedica artistica e culturale è mera prerogativa dei suoi lidi o non è. Ne sa bene qualcosa Giovanni Lindo Ferretti, passato dal bandierone rosso dei CCCP e CSI sullo sfondo, da Lotta Continua, dalla capigliatura alla Kraftwerk alle sonorità armoniose del cattolicesimo. Passato, oltre tutto, anche per l’ultima edizione di Atreju, la festa nazionale di Fratelli d’Italia-AN . Maturazione espressiva che transita in significati e luoghi non sempre confacenti al sinistro pensiero. Il divenire è una cura, non una malattia: “Mi sento in debito con tanta gente che c’è qui e che è stata costretta a vedere i miei concerti alla festa dell’Unità” – così parlò Ferretti nel contesto di Atreju – “non mi faccio influenzare da queste menate, non mi interessano […] il pubblico può essere intelligente e apprezzare una persona anche se le idee non combaciano” poi l’affondo fatale per le sinistre coronarie: “C’è un diritto dell’umanità a vivere in pace nella sua terra, ma lo straniero è straniero, uno Stato che non protegge i confini e non pensa ai suoi compatrioti non è uno Stato, mi fanno molta impressione le persone che mettono i propri cari all’ospizio per dedicarsi ai poveri del terzo mondo”. 

Fu Gogna. Dai social in poi, fino alla secca dichiarazione di un consigliere comunale, amico di Mimmo Spadoni nume tutelare del Ferretti, che così parlò su Facebook: “Giovanni Lindo Ferretti quest’anno ad Atreju (dopo l’apparizione del 2013 ndr), la convention dei giovani fascisti, tra il commento sui migranti e il lecchinaggio a Giorgia Meloni e Matteo Salvini ha vinto nuovi livelli del fare schifo”.

“Nuovi livelli del “fare schifo”, fu detto, nell’assoluta eleganza che contraddistingue da sempre chi ha fatto professione di fede democratica, tollerante, matura, di chi inneggia all’emancipazione degli uomini e delle idee. Nuove frontiere della disconoscenza attraversati anche da altri artisti. Dall’arte, alla musica.

Ogni riccio un capriccio, avranno pensato i nuovi inquisitori sinistri, un capriccio che va condannato. Simone Cristicchi, uno di quelli che la sinistra pensava “suo”, dopo aver messo in scena “Magazzino 18”, spettacolo dedicato al dramma delle Foibe e degli esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia, ne ha viste delle belle. Gogna, anche qui. Barriere mentali dure a morire ed ignoranza sconfinata, si sono unite a minacce ricevute sui social e ad accoglienze non propriamente eleganti come nel caso di Pola. Città tappezzata di manifesti contro “lo spettacolo fascista” e gomme tagliate al Tir che trasporta l’allestimento di scena. “Siete relitti di una ideologia sepolta”, il controfuoco di Cristicchi su Facebook.

Giampaolo Pansa
Giampaolo Pansa

Dalla musica alle storiografia, come nel caso di Giampaolo Pansa, improvvisamente considerato di destra, frettolosamente traditore della sinistra, sempre per cause di elevata professionalità, di certo non per rincoglionimento senile fulmineo. Giornalista, saggista dalla chiara fama, Pansa è stato disconosciuto dai ‘compagni’ in quanto considerato revisionista, ohibò, della parte sbagliata, soprattutto dopo pubblicazioni come  ‘La grande Bugia’, ‘I gendarmi della memoria’ e, su tutti, ‘Il sangue dei vinti’, saggio storico che racconta delle esecuzioni e dei crimini compiuti da partigiani e da altri individui dopo il 25 aprile 1945, a liberazione ormai compiuta. Pansa miscredente, Pansa eretico – senz’accezione di stima alcuna -, Pansa fascio, traditore dei valori della resistenza. 

Poi una miriade di casi e microcasi tra cui, noti, quelli di Lino Banfi e Lando Buzzanca, il primo “colpevole” di aver fatto outing troppo tardi, il secondo, storicamente ‘già di destra’ “boicottato” per questo da produttori e registi di sinistra. Alla domanda “Esiste davvero la discriminazione contro chi non e’ di sinistra?”, Banfi – che più volte ha ammesso di essere anche amico di Berlusconi – arrivò ad ammettere: “Eccome se c’ e’ . Io negli anni ho perso una marea di lavoro. A Raitre per esempio non mi hanno mai voluto. Chi fa umorismo di sinistra invece viene sempre e comunque elogiato”. Entrambi criticati più e più volte, entrambi nel mondo dello spettacolo, quello che non può e non deve proprio essere dall’altra parte. Non ci si può proprio dimenticare di chi dà lavoro…

Compagni! La professionalità, la maturazione, la verità – in certi casi – non deve prevalere. Avanti novelli Torquemada! Tra un taglio netto, l’ideologizzazione di qualsiasi cosa si muova e lo stereotipo, buffo e bislacco, che l’espressione artistica e, quasi sempre culturale, sia di sinistra!

7 Commenti

  1. Quel che mi ha sorpreso (e si anche deluso) di Ferretti non è stata la sua apparente conversione, ma il fatto che questa abbia coinciso con una perdita dell’abitudine all’AUTOcritica sagace, disincantata, ironica, a tratti feroce, che applicava a se stesso e al movimento di cui faceva parte, quando cantava ‘davanti al bandierone rosso’.
    Ciò che stupisce non è che Ferretti abbia cambiato bandiera, ma che passando dalla vecchia alla nuova abbia lasciato indietro il suo spirito critico per abbracciarne la modalità un po’ fascista. Dei personaggi e del movimento che sostiene si può dire molto, ma difficilmente si potrà affermare che non abbiano difetti e contraddizioni; ebbene, non ho ancora sentito il nuovo Ferretti cantarli in quel modo così dissacrante e azzeccato che usava quando faceva parte della sinistra. Sembra che ciò che sia successo a Ferretti non si spieghi con una perdita di fede politica, quanto più con una perdita di buonsenso. La coerenza è una qualità sopravvalutata, ma non sono ancora convinta che lo siano anche l’intelligenza e la cultura. Ognuno vive come può e ha diritto e dovere di cambiare, la mia vita non è certo al di sopra di ogni critica, ma naturalmente quello che per me stato per me un grande pensatore si è trasformato ai miei occhi in un potenziale commentatore delle pagine social di Salvini e mi spiace, ma non penso proprio ci sia un livello culturale più basso.

  2. Fermo restando che a me Ferretti pare una persona meno incoerente di quello che possa apparentemente sembrare( alcuni fili-logici nel suo pensiero sono presenti da sempre, come il misticismo e un certo identitarismo etnocentrista) e premesso che lui ha espressamente parlando di un ritorno a casa ( visto che la sua era una famiglia cattolica e anticomunista e lui stesso lo era stato fin quasi a 20 anni) non ho capito per quale motivo sarebbe un sacrilegio , per lui, votare la Meloni o Salvini( che pure a me non piacciono per nulla) : il Pci non esiste più, oggi molti ex comunisti si dividono tra il Pd renziano e il m5s che con il vecchio Pci non hanno nulla da spartire, dunque, se qualcuno di loro, vota a destra, come si fa a etichettarlo come un voltagabbana? semplicemente il mondo è cambiato, e certi partiti defunti non hanno trovato eredi….Son convinto che se GLF si fosse dichiarato piddino o grillino nessuno gli avrebbe rotto le scatole….

  3. È molto più facile farsi trasportare dalla corrente che nuotate, specie per quelli che non sanno dove andare.

  4. La labilità delle capacità intellettive di gran parte di gregari Comunista li rende assimilabili a deliranti, a disintregrati mentali, a soggetti da recuperare alla società per poter prevenire le conseguenze infauste delle loro tare fisiche e psichiche.

  5. Sotto tale aspetto Comunista costituisce appendice della degenerazione partitocratica che nell’attualità storica avvilisce ed umilia la società italiana: Sono imbonitori e bricconi che invocano per convenienza Lrx, Lenin, Mao Tse Tung, ma hanno come modello di vita pratica Gargantua, Pantagruel, Mammona, il “dio denaro”. In un reggimento politico serio non dovrebbe essere consentito diritto di cittadinanza ad arroganti furfanti alla Masaniello di tale specie.

  6. ” DISINTREGATI MENTALI” Ho usato questa espressione perchè soltanto tarati di tal fatta possono continuare ad affisarsi su teorizzazioni che nell’impatto con la realtà sociale si sono rilevate modalità e forme di autolesionismo, radicalmente ostative al progresso verso forme migliori di vita, modalità propiziatrici della schiavizzazione delle masse, di miseria popolare, di collasso dell’economia, di desolazione civica. “Molti rifondatori comunist sembrano avere in “gran dispetto”, per dirla con Dante Alighieri,i” chi non fa parte del loro clan, del loro ambito di attività, in atteggiamenti sintomatici del peggiore complesso di inferiorità che li affligge.

Comments are closed.