“L’opera più bella” di Verdi che rischia di andare (inutilmente) persa per sempre

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Giuseppe-Verdi“Lascio al Comune di Villanova sull’Adda lo stabile dell’Ospedale da me costruito e poca terra annessa con tutti gli effetti e gli oggetti che vi si trovano, ed obbligo il Comune di Villanova di rispettare la locazione degli stabili a lui legati […]”. Così Giuseppe Verdi al punto 13 del suo testamento, in data 14 Maggio 1900, in riferimento a quella che definì “la mia opera più bella”.

Inaugurato nel 1888, l’ospedale “Giuseppe Verdi” di Villanova sull’Adda venne costruito grazie all’impegno finanziario del Maestro, che volle alleviare i disagi dei concittadini che altrimenti avrebbero dovuto affrontare un viaggio per farsi curare nel centro medico più vicino.

L’ospedale divenne un moderno centro di riabilitazione fisica, al punto che nel 1970 si trasformò in unità spinale di medicina riabilitativa intensiva, diventando un’eccellenza a livello nazionale ed espandendosi in tempi recenti.

“Obbligo il Comune di Villanova di rispettare la locazione degli stabili a lui legati”, lo ripetiamo con le parole di Verdi. Infatti adesso la Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna, che gestisce totalmente la Sanità, vuole chiudere e trasferire l’ospedale a Fiorenzuola d’Adda, il perché non si sa: il nosocomio non è in perdita, offre servizi eccellenti (lì si è curata la campionessa paraolimpionica Giulia Ghiretti), è dotato di piscine per la riabilitazione neuromotoria ed è immerso nel verde della campagna.

Insomma, è una struttura pienamente efficiente. Eppure la Asl di Piacenza ha ricevuto l’ordine di chiuderla, in vista del ricollocamento ex novo a Fiorenzuola D’Adda, in un contesto non più caratterizzato dal verde della bassa fra Parma e Piacenza ma dal traffico, per di più dietro alla stazione ferroviaria, in una posizione non facilmente raggiungibile con una carrozzina (leggi: barriere architettoniche).

Cui prodest?, a chi giova?, chiede il saggio. E se lo chiede anche Nicolas Brigati, responsabile di Forzospedaleverdi1a Italia Giovani e capogruppo di “Cambiamo Musica” a Busseto che, insieme al sindaco di Villanuova e a quello di Busseto, ha costituito un comitato di cittadini e raccolto quindicimila firme  affinché venga scongiurata la chiusura del polo ospedaliero. A chi giova la chiusura dell’ospedale? La struttura sanitaria è punto di riferimento anche sociale per la gente della zona, non all’occupazione e (soprattutto) non ai pazienti.

Inevasa anche la seconda domanda: perché? Secondo Brigati le ragioni sarebbero “politiche” e porterebbero alla ricostruzione ex novo dell’ospedale. E chi se ne frega se il suo venerabile costruttore dispose che rimanesse lì anche dopo la sua morte.