“Bodyguard. Guardia del corpo”? È come mangiare spaghetti a Los Angeles

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guardia del corpo3Certo, nessuno vuole paragonare Karima a Withney Houston. La cantante americana che ci ha lasciato pochi anni fa (nel 2012), sola e in una stanza di hotel, viene interpretata dalla giovane livornese classe 1985 di origini algerine già vincitrice del premio della critica nel 2006 alla sesta edizione di “Amici” della De Filippi, e partecipe al Sanremo 2009 con il brano “Come ogni ora”.

Siamo a Milano, dove fino al 7 maggio al Teatro Nazionale è in scena Bodyguard. Guardia del corpo, nonchè la fedele trascrizione per il teatro del celebre film del 1992 “The bodyguard” da parte di Lawrence Kasdan e Alexander Dinelaris per la regia di Federico Bellone. Nel film era attrice protagonista Withney Houston, che interpreta la celebre cantante Rachel Marron, con Kevin Costner, la sua guardia del corpo Frank Farmer. Per il teatro lo spettacolo diventa un musical, genere in cui gli italiani non eccellono. Per noi, al massimo, esiste la Commedia Musicale, vedi Garinei & Giovannini, che comunque è un’altra forma di teatro. Proprio per questo l’operazione della Witzard Productions, la società di produzione teatrale italiana che si è specializzata nella realizzazione di musical come “Dirty Dancing-The classic Story on Stage”, “West Side Story” e altri, compie un lavoro coraggioso e se non altro di avvicinamento ad un tipo di spettacolo che si ha poche occasioni di vedere in Italia.

Ecco perché assistere a “La guardia del corpo” a Milano sembra un po’ come andare a mangiare un piatto di spaghetti a Los Angeles: non avranno mai lo stesso sapore. L’errore però sarebbe andare al ristorante in America con l’idea di assaggiare una ricetta uguale a quelle che si trovano da noi. E così, vedere alIMG_0183-1140x641 Nazionale a Milano la storia d’amore tra la celebre cantante e la sua guardia del corpo, ruolo interpretato da Ettore Bassi, è certamente imparagonabile alla qualità artistica americana, ma risulta comunque un momento piacevole e di diletto. Da “Queen of the Night”, prima delle canzoni in scena, a “The greatest love of all”, la bellissima “Run to you” come “I have nothing”, “I’m every woman” e chiaramente “I will always love you”, sono presenti tutte le canzoni del film, che sono lasciate in lingua originale (la Witzard è solita tradurre i musical che produce perché tutti capiscano la trama, ma qui le canzoni sono quelle della cantante protagonista, non sono funzionali allo svolgersi della vicenda). Tantissimi cambi di scena e di costume, un rispetto quasi maniacale per la storia, diversi balli, e anche un tentativo non deluso di avvicinarsi per quanto possibile al film: non si pecca di presunzione, al contrario, si cerca di restituire il più dignitosamente possibile un lavoro nato in America per il cinema e interpretato da un grande attore e una ottima cantante anche attrice.