Dall’iperrealismo con tocchi di pop art per approdare, poi,all’astrattismo puro. Per un’arte poliedrica che corrisponde ad ogni singola fase creativa di chi ha intenzione di esprimere, non solo in modo concettuale, un’idea. Con la personale “Aurea” al Ca’ la Ghironda Modern Art Museum di Bologna, curata da Ivan Quaroni, conclusasi qualche giorno fa, Marica Fasoli dà prova del suo eclettismo e privilegia nella sue opere non solo un approccio narrativo e contenutistico quanto piuttosto il lato visivo e formale delle immagini. Ed è sulla metamorfosi interiore che l’artista, seppur ancora agganciata alle sfumature iperrealiste che l’hanno caratterizzata in passato, basa una nuova nascita creativa. Una transizione mimetica in cui quasi abbandona i tecnicismi e si lancia sull’espressività più piena, esternando attraverso una pratica che esula dalla pittura, il suo personale percorso di cambiamento. Come? Mediante l’utilizzo degli origami che sono uno degli strumenti optical per eccellenza.
Origami dipinti che, in maniera didascalica, recano il nome della figura che rappresentano: orso, conchiglia, pavone, unicorno diventano esemplari vestiti di astrattismo pittorico. Evocando, per similitudine e virtuosismo, la californiana Tauba Auerbach che su tela ripropone pieghe e stropicciature della carta. L’aspetto simbolico per Marica Fasoli continua ad essere un pilastro delle sue opere e nell’immortalare realisticamente le pieghettature del foglio con la pittura ad olio gioca sulle sfumature dei grigi e dei colori puri. In una sequenza di ritmi e intervalli che sono per l’artista la traduzione della successione numerica del matematico Leonardo Fibonacci. Proporzioni, legami, tessiture pittoriche in cui la ricerca è quella del numero aureo per eccellenza (1, 6180) nel crescendo della sequenza dipinta. Ed è come se l’artista avesse tutta l’intenzione di rappresentare, attraverso una nuova visione narrativa, che questa volta trova nell’immagine il suo solido riferimento, il ciclo vitale. È un susseguirsi di forme e venature cromatiche quello di Marica Fasoli, quasi a voler raggiungere, a livello ottico, un equilibrio sintattico e morfologico nella pittura contemporanea. Per l’autrice veronese è essenziale l’osservazione dei fenomeni reali e naturali che interpreta guardando al contenuto evocativo degli stessi. Per poi riprodurlo in una pittura fatta di innesti che va oltre ogni concettualismo ideologico e vive in bilico tra la concretezza del reale e lo slancio ideale. Con nuove tecniche pittoriche ed espressive.