Tra jazz, soul e rap, la mescolanza diventa identità

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think-about-itChi l’ha detto che nell’Italia musicale legata ad un passato che rischia di fare da “tappo culturale” non si possa osare e, con jazz, soul e rap, creare mescolanze irriverenti?

Dalla Puglia agli Usa, fino ad ora con scambio di sogni e know how, ma da domani chissà con album (e tour) in vista. I Think about it sono un giovane collettivo di sei musicisti 20enni nato a Bari nel 2013.

Sperimentano a metà strada tra jazz, rap e soul: obiettivo, fare innovazione pura in un settore semi sconosciuto per il contesto musicale italiano. Unici tra le band nostrane di giovane età ad azzardare questa tipologia di musica: dai dj alla musica suonata dal vivo, dal rap al nu-jazz, passando per rnb e soul. Migliaia di visualizzazioni in pochi giorni per il video della cover di ‘Power Trip’.

La scintilla è identitaria, prima che professionale. Si parte con l’annusare il palco in occasione di numerosi contest, come il Locus Talent 2014 di Locorotondo, quando la Valle d’Itria, tra i trulli dell’Unesco e il Festival di Strauss e Mozart di Martina Franca, si trasforma nel raggio di pochi chilometri una mega arena in musica per tutti i palati, oltre che per turisti. Un piccolo grande trampolino, che consente al collettivo di tararsi, poi, al Meeting Delle Etichette Indipendenti dello stesso anno.

Il primo Ep arriva al giugno dello stesso anno, e in maniera totalmente autoprodotta: si chiama “Sulle Grate“, un ‘Extended play’ con cinque brani, seguito da un tour di concerti nei principali club della Puglia. L’anno dopo una prima svolta: ancora più mescolanze, ed ecco dopo numerosi cambi di Line-Up, la trasformazione da classica band ad una Crew. Al suo interno si riproducono i germi del futurismo musicale, che porta nel maggio del 2016 a “In secondo piano“, il loro primo album ufficiale pubblicato da Playbrown e distribuito da Self.

Per Elerbagì (Voce), Stefano De Vivo (Chitarra Semiacustica), Marco Menchise (Chitarra Elettrica), Gianluca Aceto (Basso Elettrico),  Alex Grasso (organo hammond), Sup Nasa (MPD-Synth), Vito Scavo (Trombone-Efx) e Vincenzo Guerra (Batteria) nulla è scontato e uguale alla nota di un attimo prima. L’intento è cucire il suono dal vivo con l’elettronica e l’hip hop, ma mettendo un forte accento oltre che alla parte suonata con piano, chitarra, basso e batteria, anche sulla componente elettronica.

Ora immaginano l’anno che si è appena aperto con ancora uno sguardo condito di anticonformismo: “Davanti a noi – racconta a OFF Vincenzo Guerra, alla batteria – si apre un percorso diviso in due dove, accanto ad altri eventi ed esibizioni, puntiamo a dedicarci ad esperienze di contaminazioni singole, legate allo studio ed all’approfondimento, per mettere benzina ciascuno nei propri serbatoi. E poi ripartire”.

Ciliegina sulla torta, la partnership con una delle voci più interessanti del panorama innovativo italiano, quella di Carolina Bubbico, pianista, cantante, compositrice, che ha arrangiato le voci de “In secondo piano”. Tra l’altro dopo il suo primo tour all’estero tra i festival in Germania, Bubbico è stata ospite, come Giuria di Qualità insieme al M° Vessicchio, nel talentshow “Tu si que vales” in onda su Canale5.

Nei testi ecco l’abc, niente affatto scontato, dei post adolescenti: la vita, l’amicizia, l’amore, le cadute e le risalite. Per ora niente talent, dicono, ma prima una sana competizione sul campo a consumare le scarpe su tutto il territorio nazionale per concerti, collaborazioni e voglia di altre contaminazioni. I coltivatori della mescolanza non hanno fretta: preferiscono, per ora, far decantare gli esperimenti.

twitter@FDepalo