Stolen Apple. La musica oltre le trincee del pregiudizio

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stolen-apple-per-off-4Raccontare la musica con le parole può risultare un esercizio difficile. Perché l’arte racchiusa nelle note di un pentagramma non si vede, si ascolta. E si ascoltano i testi di quel cantautorato italiano che, senza partecipare ai talent show, porta avanti progetti musicali concreti. Spesso autofinanziati e indipendenti dalle logiche commerciali. La chiamano musica indie e di musicisti, compositori e cantautori che credono in un sogno, che è quello di vivere della propria arte, in Italia ce ne sono tanti. Distinguersi per originalità dalla varietà che offre il mercato discografico, poi, è un compito arduo. Però c’è chi, come gli Stolen Apple da Firenze, propone un lavoro d’esordio, ma ricco di esperienza, dal titolo “Trenches” (trincee) in collaborazione con la label Rock Bottom Records e la distribuzione di Audioglobe.

Per riempire i buchi vuoti creati dal pregiudizio con un sound alternative-rock dai colori intimi e dalle sfumature grunge nei ritmi. L’album “Trenches” è poliedrico nella sua complessità espressiva. Dodici brani dipinti con nuance indie che esprimono personalità e sono lontani dalle tendenze della musica contemporanea. In un mash-up di stili, che rende “Trenches” un caleidoscopio di sensazioni, gli Stolen Apple (Riccardo Dugini, Luca Petrarchi, Massimiliano Zatini e Alessandro Pagani) non dimenticano i suoni del passato spaziando dal rock made in the Usa degli anni ’90, al country, fino ai suoni psycho-punk, pop-noise e paisley underground. Basta ascoltare il singolo “Falling Grace”. Con quelle ballate graffianti e acide attraverso cui la band racconta storie in un diario di souvenir e avventure tradotte in musica. Deciso ed evocativo, “Trenches” è un lavoro corale spontaneo e senza un’esplicita volontà progettuale in cui si lascia libero sfogo alla capacità compositiva e alle idee. E’ come se, con una piena autonomia creativa, ogni singolo pezzo dei musicisti facesse parte di un unicum narrativo.

Come i capitoli di un libro che, scritti di pugno con l’entusiasmo dell’istinto, formano l’album nella sua totalità. Il groove degli Stolen Apple ci accompagna in un mix melodico indie-rock inedito che lascia il segno e il gruppo fiorentino autografa collettivamente i pezzi che restano nella memoria di chi li ascolta. La musica diventa così il veicolo di un viaggio reale e allo stesso tempo immaginario, un mezzo di trasporto sicuro in cui trincerarsi per lasciare in eredità un pensiero intriso di significati, dove prevalgono coraggio e passione. Un progetto discografico d’autore che, seppur di nicchia, guarda alle fragilità della vita musicandole. Per uscire vincenti dalle trincee mentali che, causa insicurezza, sono il nostro solito rifugio.