Ninja Warrior? Giochi senza frontiere, ma per veri fighi!

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ninja_warrior_italia_facebook_r439Quando in Italia viene comprato un format vincente dall’estero, qualcuno nel nostro paese inizia a soffrire ed ansimare pericolosamente, ovvero “lo spettatore qualificato”: colui il quale che giĆ  conosceva e magari amava quel format nella sua versione originale e che probabilmente seguiva con passione sul web. Quell’essere umano “televisivo-dipendente” raro e attento che tende ad apprendere la notizia della messa in onda della versione italica del suo programma preferito con quell’ansia patologica e nevrotica nota agli psichiatri di tutto il mondo col nome di “Queen Mary De Filly protettrice delle frequenze radiotelevisive fai che non sia na strunzata” .
“Lo spettatore affezionato” sa che per qualche misterioso motivo cosmico, molte produzioni straniere abbandonano il fascino e la sfacciataggine che le ha sempre caratterizzate per adottare una veste piĆ¹ mansueta appena mettono piede in Italia. Da show “avvicente e con mordente” diventa show “scadente e paraculo” nella maggior parte dei casi. Casi che potremmo effettivamente portare ad esempio ma gli editori si sa, sono permalosi e qui nessuno cerca facile querela a tutti i costi.
In ogni caso quello che questa breve pensiero puramente personale vuole comunicare al mondo ĆØ che inamerican-ninja-warrior queste settimane abbiamo assistito al miracolo, alla trasposizione tricolore e ben riuscita di un noto programma straniero: “Ninja Warrior”. Canale nove ĆØ riuscito nel miracolo.
Lo “spettatore qualificato”, bestia rara e sensibile quanto il panda, ĆØ ancora lƬ, piangente, probabilmente stanco e affaticato per la tensione, ma felice. Il programma funziona, gli atleti sono credibili, coriacei, tendenzialmente piacevoli da guardare e motivati; il trio lescano Rosolino sempre piĆ¹ “biondo canarino domestico”, Federico Russo ormai rodatissimo conduttore televisivo che riesce senza apparenti sforzi a regalarci molte gioie e pochi dolori e Gabriele “jolly versatile” Corsi, funziona perfettamente. Ad intervistare gli atleti prima del massacro televisivo e sportivo, una Carolina Di Domenico che sembra sapere che ruolo e spazio ritagliarsi tra tre uomini (o cazzari professionisti) presi in prestito da una birreria meneghina il sabato sera. Presi in prestito giĆ  in evidente stato alcolico per essere precisi e intellettualmente onesti.
“Ninja warrior” ĆØ appassionante: una sorta di “Giochi senza frontiere” per veri fighi, il montaggio serrato (come del resto praticamente tutti i format del mondo Discovery)ti tiene incollato al divano con il telecomando lontano dal tuo pollice opponibile e con immensa gioia degli esperti, l’occhio dell’autore del programma sembra dimenticarsi completamente del buonismo che le reti nazionali invece (per ragioni in realtĆ  piuttosto comprensibili), richiedono obbligatoriamente .

r88675_800x450_16-9“Ninja Warrior” ĆØ fatto talmente bene che ti viene quasi voglia di iscriverti come concorrente l’anno prossimo, di allenarti come un caimano albino fino a Giugno per arrivare tosto e gagliardo alla prova della “Foresta”, ovvero un susseguirsi di corde che dovrebbero darti l’illusione di essere un Tarzan che sta per vincere la sua Jane manco fosse un’anatrona di gomma alle giostre; rischiando piĆ¹ che l’osso del collo lo shock anafilattico causato dalle raggelanti freddure di Rosolino, che soventemente hanno quasi ucciso i suoi, letteralmente, compagni di banco. O bancone per essere precisi.
Insomma, come spesso accade “Canale nove” ci ha regalato una cosa figa, ben fatta e che probabilmente sarebbe stata un flop apocalittico se trasmessa su altre emittenti. Ma “canale nove” non ĆØ un’altra emittente, ĆØ quella giovane, fresca e gratuita tra le emittenti facilmente raggiungibili col comune telecomando. E’ d’accordo con me anche mia nonna (esempio di pubblico che da sempre terrorizza gli autori televisivi italiani), che da una settimana mi parla con rinnovato e giovanile fervore di un “bel giovanotto che saltava come un grillo e parlava bene” . Un po’ come il programma insomma: parlante, cazzone e ammiccante.