Tra Bosch e Picasso il mondo surreale di Brustolon Zorzi

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segni-e-segretiC’è tutta la storia dell’arte nella pittura di Alessandra Brustolon Zorzi. Un’artista singolare e originale, che lavora indefessamente nel suo studio milanese e che merita attenzione. “A fine anni Novanta ho preso il brevetto da pilota e ho cominciato a vedere il mondo da un’altra dimensione”. È così che, lasciata l’attività di architetto, ha preso in mano il suo destino di pittrice. Ha cominciato a dipingere il mondo dall’alto. Che mondo? Un mondo onirico, visionario, con ricordi di Bosch e Picasso, il colore dei fauves. Figure zoomorfe, volti mostruosi, grovigli e inferni. Una sarabanda armonica e vivace, dietro cui si celano storie e citazioni una più colta dell’altra.

Ma è solo l’inizio. Alessandra, nata a Treviso, da una famiglia di editori, le fiabe e i libri ce li ha nel 3-stellesangue. Così prosegue su questa strada legata all’immaginario, ma è attenta ai nuovi mezzi di comunicazione.  Nel 2003-2005 insieme alla pittura sfrutta le possibilità del web, creando una propria personale tecnica di video animazione, con archetipi della pittura classica in un gioco affascinante di rimandi. “Da quel momento la ricerca si sviluppa su due livelli, pittura e animazione, che spesso si incontrano e incrociano” dice e intanto scorre i tasti del computer e fa scorrere le sue storie sul video. Storie che catturano davvero.

Da metà anni duemila le sue figure diventano sempre più grottesche e surreali. Una vera Babelopoli come ha definito questo momento.  Il processo creativo va verso note pessimistiche nel 2007, sino al punto di disgregare le forme in miriadi di altre forme, viscere colorate che si avvinghiano in estreme sinfonie di colori. E nascono i quadri più belli e straordinari, degni di un naturalista cinquecentesco, come Jacopo Ligozzi, tanto per fare un esempio. Ma lo spirito positivo si ribella e comincia a giocare con i tarocchi, una sfida con i grandi del passato. Riuscita però.