Il museo diventa teatro. Protagonista della temporanea metamorfosi il Pan, acronimo di Palazzo delle Arti Napoli, uno spazio espositivo di seimila metri quadrati distribuiti su tre piani nel settecentesco Palazzo Roccella di via dei Mille, tutto dedicato all’arte contemporanea, dalla pittura alla scultura, dall’architettura alla fotografia, dal design al cinema, dalla video-arte al fumetto, e che dal 12 settembre torna ad ospitare Vissidarte, la rassegna di spettacoli teatrali che raccontano le biografie di grandi pittori.
Quante volte a scuola ci hanno ripetuto: per comprendere davvero un’opera è indispensabile conoscere la storia del suo autore, le vicende e le emozioni che lo hanno spinto a creare. E’ da questo presupposto che nasce Vissidarte, che avvicina il pubblico ai geni del pennello mettendo in scena le loro vite. Vite vissute al limite, vite violente, vite sacrificate in nome dell’arte. Sei gli spettacoli in cartellone, firmati ed allestiti da altrettante compagnie italiane, ognuna impegnata a raccontarci un protagonista della nostra storia dell’arte. Si comincia da Rodin. Artista silenzioso, discreto e rivoluzionario, in un’epoca che tanto schiamazzo faceva per ogni sconvolgimento e innovazione, lui seppe più dire quanto meno parlava. Rodin – La porta dell’inferno è il titolo dello spettacolo, scritto e diretto da Antonio Gargiulo. Tra statue che prendono vita infiammandosi e placandosi, mimi, fantasmi che emergono da un passato abbagliante per poi tornare a dissolversi, in un duetto serrato e alternato con la modella-collega-amante di Rodin, Camille Claudel, sarà Reiner Maria Rilke a introdurre il calmo tormento di ricerca dell’amico Rodin. Antonio Demian Aprea firma invece Dalì – Il surrealismo sono io, in programma il 13, in cui la biografia dell’artista viene ripercorsa in modo non lineare ma come una serie di “quadri” esplosivi, plastici o creativi, che come in un puzzle compongono la cifra di Dalì ed il suo genio eclettico. Si toccano i temi dell’amore e della morte, della memoria e del sogno, ma soprattutto del reale e dell’irrazionale, l’ossessione del sesso e per l’esibizionismo, lo spettacolo quotidiano di un “superuomo” che pubblicamente deve vivere gli estremi per esprimersi e svuotarsi, liberarsi, salvarsi.
Si prosegue il 14 con La Ballata dei Van Gogh, monologo di Marco Bianchini che ricostruisce lavicenda umana e artistica del pittore olandese attraverso le lettere scritte al fratello Theo e gli interventi di altri componenti della sua numerosa famiglia, tutti interpretati da un unico attore. Il 15 l’appuntamento è con L’ultima notte del principe di Sansevero di Annamaria Russo e Ciro Sabatino, pièce che narra dell’incontro tra il principe Raimondo de Sangro e lo scultore Giuseppe Sanmartino, a cui venne affidato il Cristo Velato. Arte, sesso e potere si incontrano in Tamara e D’Annunzio – Erotica eroica di Mirko Di Martino, in calendario il 16 ed il 17. Protagonisti Tamara De Lempicka, icona dell’arte e dello stile degli anni Venti, e Gabriele D’Annunzio, il poeta, il soldato, uno degli italiani più famosi al mondo. Nel gennaio del 1927 Tamara raggiunge D’Annunzio al Vittoriale per fargli un ritratto. Questo soggiorno trova una cronista inaspettata in Aélis Mazoyer, la cameriera, amante, geisha, schiava tuttofare che rimase accanto al Vate fino alla sua morte. Per tutto il tempo, Aelis tenne un disordinato diario in cui registrava tutto quel che accadeva intorno a lei. La cronaca dei giorni che Tamara trascorre al Vittoriale è la cronaca di una tentata seduzione. C’è anche una terza donna al Vittoriale: Luisa Baccara, ex amante del poeta, pianista, disperatamente innamorata di D’Annunzio nonostante sia ormai stata relegata al ruolo di governante. All’arrivo di Tamara, D’Annunzio è ormai vecchio, eppure è ancora ossessionato dal sesso. Lei è una donna libera ed emancipata eppure, durante i pochi giorni del soggiorno, accadde l’incredibile: D’Annunzio venne rifiutato dalla “Polacca”, tra lo stupore e la rabbia delle donne del suo harem privato. Si chiude il 18 con Caravaggio: La passione, con cui Manfredi Gelmetti mediante l’accostamento di danza, musica, teatro e pittura ci permette di apprezzare alcune delle opere del Genio e di saperne di più sul lampo improvviso della fede di Caravaggio, colui che non ha mai creduto ad altro se non a quello che si vede.