Francesco Montanari, attore lanciato dalla serie cult Romanzo criminale e prossimamente al cinema con il film Ovunque tu sarai, si racconta ad Off nel corso delle Giornate di Cinema della Basilicata a Maratea.
Ci racconti un episodio dei tuoi inizi?
“La mia carriera nasce tra i banchi della scuola media, grazie a un insegnante che non dimenticherò mai: fratel Remigio, che nel suo programma didattico accanto all’Odissea inseriva anche opere teatrali come Tutti insieme appassionatamente e Rugantino. A quest’ultima commedia musicale, in particolare, sono molto legato perché in seconda media, all’età di dodici anni, mi cimentai con il ruolo di Mastro Titta . Ero solo un ragazzino ma già avevo chiaro quello che avrei voluto fare da grande: l’attore. Sapevo che nulla, più della recitazione, avrebbe potuto regalarmi stimoli”
Il primo grande successo per te è arrivato con la serie Romanzo criminale…
“Interpretare così a lungo il personaggio del Libanese mi ha dato grandissime soddisfazioni. Romanzo criminale ha rappresentato un tassello importante per la mia carriera essendo stato un prodotto televisivo di grandissimo successo”.
C’è un personaggio che ti piacerebbe interpretare in futuro?
Vorrei misurarmi con la figura di un santo. Magari con San Tommaso d’Aquino
Per molti tuoi colleghi interpretare un personaggio di grande successo all’inizio della carriera è diventata una sorta di “prigione dorata”, un’etichetta difficile poi da togliersi di dosso…
“A me il Libanese ha dato, invece, una grande opportunità: il privilegio di poter scegliere. E questo è stato fondamentale per il proseguimento della mia carriera. Di conseguenza, quando mi riconoscono per strada come “quello del Libanese”, nonostante nel corso degli anni abbia fatto tante altre cose, di certo non m’infastidisce. Anzi…”
Di recente ti sei sposato con Andrea Delogu…
“Spero di ricordare quest’esperienza per tutta la vita e che sia l’unica. Non vorrei sembrare retorico ma la cerimonia è stata un inno alla felicità e all’amore”
Molti giovani, però, hanno paura dell’amore…
“Ognuno di noi ha paura del definitivo, non solo in amore. “Sempre”, “per sempre” e “mai più”: sono parole che fanno paura. “Per sempre”, per esempio, è alla base del matrimonio. A mio avviso, però, vale la pena accettarle. Nella vita tanto vale rischiare, tanto poi uno le domande continua a farsele e le paure ce le hai comunque”
È stato complicato, per te, immedesimarti in un ultras nel film Ovunque tu sarai?
“Io non tifo calcio, quindi è stata una scoperta. Ho trattato quel copione come tutti gli altri. D’altra parte, sarebbe come domandarsi, quando ti chiedono di recitare la parte del serial-killer, quanto è stato facile interpretarlo se non uccidi”
Non ti vedremo all’Olimpico a tifare per la Roma?
“Ma no. Ma lo faccio per la Roma: porta fortuna se non ci vado…(ride)”
Prossimamente ti rivedremo al cinema in un nuovo film …
“Ovunque tu sarai. Si tratta di un’opera prima del regista Roberto Capucci. Ho condiviso il set, tra gli altri, con Ricky Memphis e Primo Reggiani. Vestirò i panni di Giordano, un tifoso sfegatato della Roma. Un ruolo lontano anni luce dal sottoscritto, visto che io di calcio non ne capisco davvero nulla”