Le difficoltà sulla via (d’estinzione) del giornalismo

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freelance frontDopo il successo di pubblico e di critica ricevuto con Il sogno di Safiyya (Arkadia, pp.168, euro 15), il giornalista e scrittore sannita, Nuccio, Franco torna in libreria questa volta con Freelance (Arkadia, pp.176, euro 14), un romanzo a tinte fosche che racconta il mondo del giornalismo, un mondo meraviglioso ma anche tanto difficile in quanto connotato da precarietà e problemi di ogni genere. Tuttavia c’è ancora chi, spinto dalla passione, prosegue con onestà intellettuale per la sua strada irta di ostacoli con la sola forza dell’amore verso questa professione con l’intento di raccontare obiettivamente e liberamente i fatti senza essere costretti nell’alveo dell’informazione partigiana. Situazioni al limite e colpi di scena connotano un romanzo che nelle intenzioni dell’autore ha voluto rappresentare una presa d’atto di quanto difficile possa essere, oggi, la professione del giornalista, soprattutto quando ad essa vengono posti limiti a scapito della libertà di stampa ed al diritto all’informazione.

Ed in questo contesto che si colloca la storia di Martino, giornalista spigoloso, spesso iracondo, che non si tira mai indietro di fronte alle difficoltà, nonostante la precarietà e l’impossibilità di esprimere le proprie potenzialità, soprattutto dopo aver perso il lavoro presso la redazione di un importante quotidiano. Inizia da qui un cammino che lo porterà a rivalutare tutta la sua esistenza, a mettere in dubbio le certezze famigliari e i legami che lo avvincono ancora alla realtà. Ma sarà proprio sull’orlo del precipizio che una mano amica gli si tenderà per proporgli una nuova esperienza. Parte dunque per il Messico; qui dovrà imbastire un corposo reportage sul narcotraffico e, soprattutto, su un personaggio molto misterioso, il sanguinario Juan Ramon de las Casas. Arrivato a Tijuana, conosciuta una donna del posto che l’aiuterà nell’impresa, Martino si troverà catapultato in una serie di circostanze che metteranno a repentaglio non solo la buona riuscita del lavoro, ma anche la sua vita, in un crescendo di colpi di scena e di situazioni al limite.