Viaggio fotografico nei meandri della femminilità

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Negli scatti del fotografo genovese Giangiacomo Pepe anche Gaia di X Factor.

Sussurrate a una donna “ti amo” e otterrete uno sbadiglio. Fatela spogliare, ditele cosa fare e vi si spalancherà davanti. Lucida e arresa, pronta a farsi definire da voi.

Giangiacomo Pepe è uno che sa perfettamente cosa ordinare a una donna per svestirla, scoprire chi è e fotografarla. Sa bene che quelle sulla reificazione sono frottole e che una donna è tutta inscritta nel suo corpo, che è la fabbrica del suo pensiero.

Trent’anni, genovese senza battesimo, è cresciuto nella strada parallela a Via del Campo, quella dove – cantava De Andrè – ci sono le bambine con le labbra color rugiada. È stato un grafico e molte altre cose che, tutte assieme, lo hanno condotto alla fotografia, per caso e non per gioco. Destino, non colpo di fulmine. È stata la fotografia a trovare lui e allora ogni scatto, anziché rispondere a fuochi sacri e urgenze estetiche, accondiscende al racconto di una curiosità; non determina una richiesta, ma la raccoglie con gentilezza e la aiuta a trovare la sua forma, la sua intonazione. I suoi nudi trovano ciò che vorremmo notare se sapessimo dove cercarlo, offrono domanda e risposta: non c’è un senso, c’è solo l’ordine causale di semina e raccolto. Solo bellezza.

L’erotismo non c’entra nulla: le ragazze di Giangiacomo non sono nude per farsi desiderare, ma per affidare il dettaglio che le identifica e che da sole non saprebbero né trovare né mostrare. Quel dettaglio troppo segreto per stare su un viso, perché un viso è carico di censura. Pepe, allora, lascia fuori campo le facce: inquadra schiena, fondoschiena, cosce aperte, quella cosina che le nonne chiamano Natura, mutandine spostate per far spazio a chi vuole toccare sotto. Coglie nella distrazione quello che si desidera diventare.

Niente modelle: non gli piacciono, non sanno giocare. Solo amiche, passanti, ragazze conosciute intorno a un tavolo pieno di calici vuoti. Il primo piano di una Natura che fa la pipì per strada lo ha fatto a una sconosciuta, a Roma. Professionale lui, fiduciosa lei. Il risultato è sorprendente, delicato, antitotalitario: Sylvia Plath, se lo avesse visto, avrebbe fatto fatica a scrivere che “ogni donna ama un fascista”. Anche Gaia di X Factor, la 22enne con quasi tutto l’immaginario occidentale tatuato addosso, l’ha fotografata per caso. L’ha incontrata e via: togliti la camicetta, togliti tutto e fammi vedere chi sei mentre ti tocchi i capezzoli.

Il primo libro di questo ragazzo di Genova, una raccolta di un centinaio di scatti in bianco e nero, autoprodotto e quindi costatogli 12 fatiche, sta per vedere la luce. Rigorosamente in pellicola, è per ora l’ultima parola di Giangiacomo sui corpi nudi: di recente, infatti, il suo interesse si sta spostando sui volti. Vedremo se riuscirà a scoprire chi la dice più lunga, sul conto di un’anima, se una schiena o uno sguardo.

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13 Commenti

  1. non condivido i commenti troppo duri, più o meno le solite foto… nulla di più né di meno…….

  2. quanti inutili commenti. a volte tacere è meglio, invece di confermare parlando quanto siate stupidi.

  3. Se queste sono le Quote Rosa?Benvengano!Altro che la Bindi o la Finocchia.!Lino.

  4. Bravo!!!! ormai qualsiasi “dilettante” può tranquillamente , avendo le giuste conoscenze , giunger ad un libro e farsi pubblicare.Foto con testa tagliata(la seconda…misura?) , un altra con puntini che non si sa cosa sono(la penultima) , ambientazione talmente pressapochista che non vale la pena neanche criticarla.
    Direi Pessimo.

  5. Carine ma niente di eccezzionale, e come ha detto Marco, probabile che sia un motivo per rimorchiare e queste ragazze non desidirino altro che qualcosa di trasgressivo. Infatti come ha detto Luigi il luogo lascia un pò a desiderare e per far sentire il soggetto a suo agio devi fargli notare una professionalità estrema.
    Da un lato tecnico le foto hanno un taglio interessante solo questo, mentre a livello di stampa, il fotografo in questo caso deve stare attento allo sviluppo del negativo, se vuole essere un nostalgico della pellicola, ci sono segni evidenti di abrasioni dovute ad uno scorretto lavaggio e asciugatura. Comunque bravo per riuscire a convincere le ragazze a spogliarsi. 🙂

  6. Le foto sono belle ma sono fredde e non trasmettono nulla: le modelle sono tutte magrissime e con poco seno.
    Perché non viene fotografata una donna con più forme ? Manca forse la capacità di percezione della femminilità ?

  7. Perché il fotografo ha scelto donne poco attraenti e troppo magre ?

    E poi: lavora da solo o ha degli aiutanti ? Sembra un po’ strano che una soffitta una donna possa accettare di spogliarsi davanti ad un uomo da solo.

  8. Cosa non si fa per andare con delle donne. E’ l’ultima frontiera del rimorchio: fare i fotografi di nudo.
    Le donne cadono ai tuoi piedi.

  9. Complimenti per la qualità delle foto.
    maaa…. (detto fra noi e che non ci senta nessuno) il “trucco” è un po’ datato anche se funziona sempre.

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