D’accordo: siamo nella rubrica sbagliata.
Gli antichi greci non è un libro di filosofia (di Edith Hall, Einaudi, pp. 324, € 30). Ma va bene comunque, perché spiega chi erano i padri del pensiero. Quegli antichi sparsi nelle isole delle Egeo, da Creta fin lassù nel Mar Nero e poi a ovest, nella Magna Grecia, che ci hanno insegnato a ragionare, a essere individui liberi e consapevoli. Edith Hall, docente di Lettere classiche al King’s College London, ha scritto un libro dal merito prettamente anglosassone: essere alla portata di tutti.
Siamo abituati a rivolgerci a Socrate, Platone e Aristotele come a semidei. Stesso atteggiamento di venerazione nutriamo verso i presocratici, Esiodo e Omero. Ma costoro erano esseri umani, fatti di carne e di sangue; soprattutto avevano una lunga storia alle spalle. Hall indaga e costruisce un testo in cui tale storia diventa la trama dell’identità di un popolo. Lo fa dedicando un capitolo per ciascuna caratteristica peculiare, in grado di distinguere la “personalità” ellenica da quella dei contemporanei.
A partire dal rapporto con il mare, stretto al punto da determinarne la curiosità, l’ambizione per le scoperte, il coraggio. Lo sapevate che i greci erano i migliori nuotatori del mondo antico? Affacciati al mare vivevano, fin dai tempi della civiltà minoica, e lì finirono, dopo averci lasciato in eredità un’arte e una filosofia di una completezza che tuttora incanta e stupisce. Largo dunque alla loro vicenda fatta anche di ribellione alla tirannia, di spirito democratico, di individualismo spinto alle estreme conseguenze. E ancora, la passione per l’eccellenza umana e il raffinato edonismo. Nessuno amava la vita quanto loro e nei loro tratti ritroviamo in parte noi stessi. In queste pagine c’è l’ambientazione in cui furono scritti i Dialoghi di Platone. Vale la pena leggerlo. D’altronde, è talmente ben scritto e intellegibile, che lo si può portare persino sotto l’ombrellone.
