Le icone laiche di McCurry emozionano Otranto

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S.McCurry_web_copyright© Bruno Barbey“Icons” di Steve McCurry è la mostra che raccoglie in oltre 100 scatti il meglio della vasta produzione di uno dei massimi fotografi e fotoreporter del nostro tempo in quasi quarant’anni di carriera. Una mostra imperdibile, allestita fino al 2 ottobre ad Otranto (Lecce), nelle suggestive sale del Castello Aragonese. Scatto dopo scatto il visitatore s’immerge in un viaggio simbolico nel complesso universo di emozioni ed esperienze umane, catturate dalla sensibilità di Steve McCurry, molte delle quali, a partire dal noto ritratto di Sharbat Gula, la ragazza che immortalò nel campo profughi di Peshawar in Pakistan nel 1985, sono diventate delle vere e proprie icone mondiali.
Un bagaglio estremamente ricco quello di McCurry grazie ai viaggi condotti in tutto il mondo. Attraverso le sue opere, l’osservatore entra in contatto visivo/emozionale con le etnie più lontane e con le realtà sociali più disparate, mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e 13511470_10210254649831108_1816319133_nsguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità. Le sue foto consentono di attraversare frontiere e conoscere da vicino un mondo che è destinato a grandi cambiamenti. La mostra inizia infatti con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e ironia.
Il rapporto tra il fotografo e il soggetto è un elemento magico– afferma McCurry durante l’affollata inaugurazione della mostra- s’innesca una connessione quasi chimica che nasce spontaneamente sulla base dell’entusiasmo e dell’interesse verso qualcosa, qualcuno o su un particolare capace di rappresentare il tutto. Sono onorato di riuscire a condividere questo con gli altri”. Guardando le sue opere, nonostante siano incise nella sua mente, avvolte da suoi personalissimi ricordi e dettagli l’artista dice: “Fa una nostalgia enorme vedere questi volti che sono diventati ormai amici. Tra le migliaia di persone che ho fotografato quelle presenti a questa mostra sono tra le più speciali nella mia memoria”. Cos’è per lui la bellezza? “La perfezione profonda che vediamo in un volto o in un paesaggio che ci tocca che ci commuove”- afferma.
 
Ad arricchire ulteriormente l’esperienza della mostra una audioguida in cui lo stesso McCurry illustra parte delle foto13514393_10210254649031088_707807066_n in esposizione. Durante la mostra si pùò assistere ad una proiezione di National Geographic dedicata alla lunga ricerca che ha consentito di ritrovare Sharbat Gula, la ragazza che ha fotografato nel campo profughi in Pakistan, ormai adulta, diciassette anni dopo il famoso scatto. Il catalogo della mostra è anche il titolo del catalogo della mostra, a cura di Biba Giacchetti. La mostra è organizzata da Civita Mostre e SudEst57 e promossa dal Comune di Otranto che con questo evento intende valorizzare il maestoso Castello Aragonese, dopo il completamento di gran parte dei lavori che ne consentono una piena fruizione incluso il percorso guidato dei sotterranei recuperati nella loro. Info: www.stevemccurryicons.it.